E da Tokyo è tutto

 

Bentrovati all’ascolto del GrsWeek, in studio Elena Fiorani, ha collaborato Vincenzo Massa

Domenica si sono chiusi i Giochi paralimpici di Tokyo, mai le Paralimpiadi avevano avuto tanto spazio sui media, portando le immagini e le storie degli atleti ovunque nel mondo. La speranza è che questa eco planetaria incida sul modo di percepire e vivere la condizione di disabilità. Anche i nostri quotidiani nazionali avevano pagine interne con le foto dei medagliati, in tutto e per tutto simili alle pagine dedicate ai Giochi estivi; Radio rai ha seguito con lunghe e appassionanti dirette notturne le gare dei nostri atleti. Solo sport o cambiamento culturale? Lo abbiamo chiesto a Sandro Fioravanti, giornalista Rai che ha condotto le dirette da Tokyo

La strada però è ancora lunga, e per tanti aspetti. Uno tra i tanti le disuguaglianze esistenti tra nazioni all’avanguardia e altre più in ritardo, che si ripercuotono anche in questo ambito, che necessita di risorse e professionalità. Umberto Folena, giornalista di Avvenire, parla di diritto allo sport per le persone con disabilità

Ma cosa vuol dire arrivare all’evento sportivo più importante del mondo con una disabilità? Ce lo ha raccontato Matilde Lauria, judoka napoletana unica sordocieca a Tokyo che si è classificata settima nella sua categoria