Chiusi ma aperti. Il futuro della cultura passa dai circoli

Ben trovati all’ascolto del Grs week da Clara Capponi

Sono stati i primi a fermarsi e dopo un anno di sipari abbassati, locali e circoli chiusi, i lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo sono allo stremo e nessuno sa quando potranno ripartire.

Ai nostri microfoni Francesca Chiavacci presidente di Arci nazionale, traccia le priorità del piano nazionale contro la povertà culturale un modello di sviluppo inclusivo che l’associazione ha presentato al Governo che metta al centro gli oltre 4mila  circoli come presidi civici e di animazione sociale.

Siamo un presidio di prossimità nei piccoli paesi , che serve a questo paese per costruire delle relazioni sociali. Il piano che abbiamo definito della povertà culturale perchè secondo noi è lo strumento principe per uscire dalla povertà materiale. Alcuni settori della nostra società hanno utilizzato strumenti di promozione culturale come parte della cura.La cultura non è solo intrattenimento o emozione ma è uno strumento che cura le persone.

#Lamusicachegira è il coordinamento nato con la pandemia, per dare voce a tutte le categorie che compongono la filiera del mercato della musica, un comparto che in meno di un anno ha perso il 72,9 per cento dell’indotto secondo i calcoli del sole 24 ore. E dopo le proteste di musicisti e cantanti sotto il duomo di Milano, i bauli delle maestranze portati in piazza e progetti concreti come il fondo da 3 milioni di euro avviato con Scena unita  e gestito da Cesvi l’attenzione del collettivo è ora rivolta agli oltre 90 live club a rischio chiusura. con un occhio a Sanremo, un’occasione sprecata per far ripartire i concerti dal vivo, come spiega Emiliano Colasanti, tra i fondatori del coordinamento.

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