Bentrovati all’ascolto del GrsWeek, in studio Patrizia Cupo.
Il 17 maggio il mondo ricorda la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia. Una data simbolica, scelta per ricordare che sono passati solo 35 anni da quando l’organizzazione mondiale della sanità ha tolto l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, passo fondamentale verso il riconoscimento dei diritti delle persone Lgbtq+ .
La scheda di Fabio Piccolino:
Si pensi che la transessualità non è più considerata malattia mentale solo dal 2018: da allora, sempre l’organizzazione mondiale della sanità ha riposizionato la cosiddetta “incongruenza di genere” in un capitolo di nuova istituzione, relativo alla salute sessuale. Questo per garantire le speciali esigenze di salute di cui questi gruppi di popolazione necessitano. Progressi fatti quindi in tempi recenti che per anni hanno lasciato spazio alle discriminazioni. Sentiamo a riguardo la presidente di Arcigay, Natasha Maèsi:
Natasha Maesi
Per combattere violenze discriminazioni e avanzare quindi le proprie richieste per una comunità inclusiva, le associazioni Lgbtq+ scendono in piazza a Roma proprio nella Giornata internazionale. Ancora Natasha Maesi di Arcigay:
Natasha Maesi
E se le manifestazioni di piazza aiutano a puntare i riflettori sul tema in un giorno così importante, fondamentale è però promuovere inclusione, giorno dopo giorno con azioni costanti capaci di cambiare l’assetto culturale e combattere ogni forma di discriminazione. Come, lo spiega Rosario Coco di Gaynet, tra le associazioni che, assieme ad Arcigay, ha dato vita alla piattaforma “La strada dei diritti”, promotrice della manifestazione del 17 maggio:
Rosario COCO
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