Le differenze tra Nord e Sud Italia frenano la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori. È quanto emerge dalla ricerca “Il costo sociale e sanitario della sedentarietà”, realizzata da Svimez e da Uisp, con il sostegno di Sport e Salute SpA.
La ricerca, presentata a Roma, mercoledì 23 marzo, ha indagato le differenze territoriali della pratica sportiva e le conseguenze sugli stili di vita, evidenziando anche l’impatto economico del fenomeno della sedentarietà sul sistema sanitario nazionale, attraverso l’impiego di tecniche statistiche ed econometriche. Luca Bianchi, direttore Svimez, evidenzia i dati salienti.
Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, ha parlato di una domanda di sani stili di vita e benessere che viene dai territori, a cui è necessario dare una risposta.
Una risposta che deve essere straordinaria, secondo il sottosegretario al ministero della Salute, Andrea Costa, perché ci troviamo di fronte ad una situazione emergenziale.
Tutti i partner hanno parlato dell’importanza di lavorare in rete, che ognuno dia il proprio contributo per promuovere una nuova cultura dello sport e del movimento, legata al benessere delle persone. Concetto ribadito anche dal presidente Uisp nazionale, Tiziano Pesce