Vaccini, una disuguaglianza globale

 

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Fabio Piccolino.
Da quando l’epidemia di Covid-19 è iniziata l’obiettivo principale è stato quello di trovare un vaccino che permettesse di fermare il contagio e sconfiggere così la malattia. A due mesi dall’inizio della campagna vaccinale però le disuguaglianze nella distribuzione delle dosi rendono la situazione molto complessa: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 60% della fornitura complessiva di vaccini è stato acquistato dai Paesi più ricchi, in cui vive soltanto il 16% della popolazione mondiale.
Una realtà che penalizza i Paesi in via di sviluppo, in particolare l’Africa, come ci spiega Don Dante Carraro, direttore di Cuamm Medici con l’Africa.

[sonoro Don Dante Carraro – Cuamm Medici con l’Africa]

Anche se i finanziamenti per la loro realizzazione sono pubblici, i brevetti per la produzione dei vaccini sono privati: le case farmaceutiche però hanno la capacità produttiva per coprire solo un terzo della popolazione mondiale.
Il programma Covax, destinato a finanziare la fornitura di vaccini nelle aree del mondo al momento escluse dalla distribuzione, è ancora inadeguato a coprire il reale fabbisogno in tempi brevi.
Per questo, le organizzazioni umanitarie chiedono un cambio di passo affinché il piano vaccinale possa veramente raggiungere tutti.
Oxfam Italia ed Emergency hanno scritto una lettera-appello al governo italiano per chiedere la liberalizzazione dei brevetti e la fine del monopolio delle case farmaceutiche.

Ai nostri microfoni Sara Albiani, Policy Advisor sulla salute globale di Oxfam Italia

[Sonoro Sara Albiani – Oxfam Italia]

Cambiare le regole affinché la lotta al virus sia equa e globale: una battaglia in cui nessuno può essere lasciato indietro. Ai nostri microfoni Guglielmo Micucci, direttore di Amref Italia

[Sonoro Guglielmo Micucci – Amref Italia]

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