Ai confini del Covid-19 è in atto la più grave emergenza umanitaria del nostro tempo


 

Al tempo del coronavirus ti puoi aggirare nei luoghi della quotidianità pendolare come Will Smith in Io sono leggenda: un deserto di vagoni e stazioni disabitate. Non è un film invece ciò che sta avvenendo ai confini del Covid 19.

Un uomo eritreo di 26 anni è morto tragicamente in un incendio divampato nel centro di detenzione di Dhar el Jebel, a sud di Tripoli, nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1° marzo. L’uomo è stato avvolto dalle fiamme mentre dormiva in una delle celle sovraffollate del centro, dove oltre 500 rifugiati e migranti sono detenuti arbitrariamente nella regione montuosa del Gebel Nefusa.

A questo episodio si aggiungono le violenze al confine tra Turchia e Grecia con i rifugiati aggrediti dalla polizia e gruppi neofascisti con la morte di una persone: 40mila profughi siriani da evacuare e 130mila che spingono dal paese turco, 1 milione e mezzo in fuga da Idlib sono la più grave emergenza umanitaria dei nostri giorni.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale