Caso Montale, pettegolezzi e gossip ossessivo: il corto circuito dei media italiani


 

La voce di Putin che cita il murales di Jorit su Dostoevksy realizzato su una parete di una scuola di Napoli come segnale di speranza e non è un pesce d’aprile.

Oggi non parliamo di guerra. In questi giorni è andata in scena una tempesta di opinioni social e pubblicistica sulla vicenda della scuola Montale a Roma. Nota ormai a tutti, si tratterebbe di una presunta relazione tra una preside e uno studente 19enne. Il fatto non costituisce reato perché sono interessate persone adulte ma una eventuale responsabilità individuale relativa alla propria etica professionale della dirigente scolastica. Ciò che lascia perplessi è la canea mediatica basata sul pettegolezzo spicciolo che conduce alla gogna senza appello alcuno in una sorta di tribunale della morale che calpesta i principi del giornalismo.

Questione di genere? Anche ma va sottolineato che alcuni articoli sono scritti da giornaliste che si insinuano in chat private messe al pubblico ludibrio. Il corto circuito mediatico è ormai consolidato: gossip e non notizie, pettegolezzi invece della verifica dei fatti.

È capitato anche per il caso di un ospedale in provincia di Napoli dove un video è stato diffuso in cui si vedono due operatori sanitari fare sesso in una stanza adibita al personale: via agli insulti social e solo dopo alcuni giorni il dirigente sanitario ha spiegato che quel video risale a 3 anni fa, prima del Covid, e che quella era uno spazio dedicato al personale con la probabile intenzione ritorsiva di chi ha diffuso immagini riprese da una telecamera nascosta.

Tutta colpa del giornalismo cattivo? No, non solo. I media sono in linea con la domanda di pornografia emotiva con cui lo spioncino dei reels con cui si scorrono volti, corpi e vite si traduce nell’interesse ossessivo verso le vite degli altri. Chi fa informazione, oggi, deve porsi la domanda se sull’altare dei click e delle inserzioni si sia sacrificata definitivamente la deontologia e la capacità di essere strumento culturale per chi esercita la professione giornalistica.

Poi parliamo di Aree interne e di Sud con il progetto AppenninoHub e la voce di Katia Scannavini di Action Aid.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo