È arrivata la proroga delle restrizioni fino al 13 aprile, probabilmente ne arriverà un’altra fino a fine mese. Ma è già tempo per chiedersi a cosa servirà il Covid-19. A cosa servirà tutto questo dolore e questa sofferenza di chi non c’è più e di chi ha perso un affetto senza nemmeno poterlo salutare. A cosa serviranno le strade urbane vuote, il silenzio assordante dai centri storici alle case popolari, la solitudine di chi non ha nemmeno una casa.
A cosa servirà l’evidenza del fallimento di un sistema sanitario falcidiato dai tagli degli ultimi venti anni. A cosa servirà il tracollo del modello “Lombardia” e il dogma della produttività che non ha risparmiato gli operai nelle fabbriche. A cosa servirà la domanda di reddito e welfare di chi si impoverisce o già lo era. A cosa servirà il sacrificio del personale sanitario, di chi non ha smesso di lavorare un solo giorno. A cosa servirà tutta questa solidarietà messa in atto, le esperienze di mutualismo sociale nate spontaneamente. A cosa servirà la mobilitazione di tutto il mondo non profit con i suoi volontari e i suoi operatori socio-sanitari sul campo.
Dovrà pur servire questo virus, a mettere in discussione un modello di società e di economia. Dovrà far capire che tecnologia e ambiente possono essere gemelli di una sostenibilità e di una equità sociale, che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo produce barbarie, che le uniche guerre umanitarie si vincono inviando medici e non bombe. Dovrà servire a qualcosa tutto questo ma solo se nulla sarà mai più come prima.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale