Coronavirus, non è mai colpa di nessuno nel paese di Arlecchino e Pantalone


 

Non il Paese di Pulcinella ma quello dei Pantalone sta venendo fuori in questo primo mese di emergenza Covid 19. Mentre affiorano le responsabilità del disastro in Lombardia che ha generato l’epicentro del contagio europeo c’è un fuggi fuggi generale dalle colpe. La magistratura indaga sul caso Bergamo e Val Seriana per epidemia colposa.

Torna il pm di Mani Pulite Colombo per capire cosa è accaduto al Pio Albergo Trivulzio che torna a proporre a la Milano da bere della tangentopoli anni ’90. Siamo di fronte al fallimento e alle responsabilità del ceto politico lombardo a guida leghista che oggi prova rovinosamente a condividere le colpe. E a pagare il prezzo più sono sempre i più deboli. Gli anziani e non auto sufficienti trattati come carne da macello, i detenuti che nelle carceri contano 58 contagiati, precari a partite Iva, cassa integrati e senza reddito che al momento ricevono qualche busta della spesa.

E poi i migranti a cui vengono chiusi i porti “proprio in un momento come questo la sofferenza di cittadini colpiti da un’emergenza sanitaria non può diventare motivo per negare un sostegno – che è anche un obbligo legale – a chi non perde il respiro su un letto di terapia intensiva ma annegando”, scrivono le principali Ong impegnate nei soccorsi in mare.

Questo Paese dei Pantalone, degli Arlecchino e dei Balanzone, servi sciocchi, avari senza scrupoli e presuntuosi sono le vere maschere ai posti di comando in un Paese in continua commedia dell’arte.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale