Il 2 giugno tra guerra e pace: per l’Italia nel 2021 record export degli armamenti


 

La voce di un migrante che ha attraversato il deserto del Niger, nei primi 3 mesi del 2022 17.677 persone sono entrate dal Mali: Medici senza frontiere ne parla in un breve documentario su youtube.

Domani è la Festa della Repubblica, giornata di parata militare all’Altare della Patrica da una parte e di contro manifestazioni pacifiste. Dice la Costituzione: l’Italia è un repubblica fondata sul lavoro. E dai dati riportati nella seconda versione della Relazione governativa sull’export degli armamenti si evince che nel 2021, anno ampiamente segnato dalla pandemia per Covid-19, le aziende militari italiane hanno lavorato a pieno ritmo esportando nel mondo armamenti per controvalore che costituisce un record storico: quasi 4,8 miliardi di euro. Lo ha denunciato nei giorni scorsi la Rete Pace e Disarmo.

Tra i maggiori destinatari di sistemi militari “made in Italy” figurano Qatar, Kuwait, Egitto (paese dove ha perso la vita Giulio Regeni), Turkmenistan (378.470.352 euro) tutti Paesi – dice la Rete pace e disarmo che, come noto, non primeggiano certo per alti livelli di democrazia e di rispetto dei diritti umani.

La stessa rete con Francesco Vignarca già un anno fa chiedeva di vietare il commercio delle armi proprio all’Egitto sul caso Regeni, un anno dopo è cambiato nulla rispetto a quell’appello.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale