Il caso Cospito e il 41 bis: tra costituzionalità, giustizia e volontà politica


 

Le parole di Alessandro Siani nel film Il principe abusivo: oggi è la festa di San Valentino, festa degli innamorati.

Oggi torniamo a parlare del caso Alfredo Cospito. Dopo la decisione del ministro Nordio e le manifestazioni che hanno creato un clima di forti tensioni ieri Antigone ha promosso un incontro con la Fondazione Basso. La Corte di assise d’appello di Torino ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del Codice penale, che non consente che ai recidivi vengano riconosciute circostanze attenuanti prevalenti sulle aggravanti, in modo da consentire una quantificazione della pena adeguata alla minore gravità del reato in concreto commesso.

Il caso riguarda proprio Cospito ed un suo attentato del 2006 ad una caserma di Carabinieri nel quale nessuno rimase ucciso o ferito. Se fosse riconosciuta l’incostituzionalità della norma, a Cospito potrebbe essere comminata una pena massima che va dai 20 ai 24 anni, anziché l’ergastolo.

Antigone è intervenuta in questo giudizio con un amicus curiae – con questa espressione si fa generalmente riferimento all’intervento in giudizio di un soggetto terzo (o anche di una pluralità di soggetti), non parte in causa, qualificato a fornire un parere (o più genericamente informazioni) per assistere una corte – per sostenere le ragioni evidenziate dalla Corte d’appello di Torino. Di questo e di altro si è parlato durante il convegno. Ascoltiamo il presidente di Antigone Patrizio Gonnella.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale