La vittoria del Sì per una Costituzione destinata a perdere


 

La vittoria schiacciante del Sì era prevista. Nelle ultime settimane il fronte del No aveva ritrovato qualche entusiasmo per la solita bolla social che continua a illudere i competitor elettorali, soprattutto a sinistra, perché convinti di essere ancora fermi al 2011.

Invece è passato un decennio da quell’anno che portò via Berlusconi dal governo, vide trionferà i sindaci arancioni e l’acqua pubblica al referendum. Dalle ceneri del berlusconismo è nata e si è radicata una ostilità contro la politica e i politici. Non si salva la Costituzione da questo odio, una carta vista come qualcosa di estraneo alla propria quotidianità.

Questo referendum è il primo passo di un restringimento generalizzato degli spazi democratici all’interno delle istituzioni. A pagarlo saranno soprattutto le fasce povere già escluse, proprio quelle che in primis odiano politica e politici.

Perché per fare una battaglia in difesa dei diritti non bastano i diritti ma si parte dalle condizioni materiali: lavoro, salute e istruzione sono i cardini da cui nasce la consapevolezza di cose servono democrazia e diritti.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale