Questo è il momento dei soccorsi dopo l’incendio all’aereoporto di Catania: lo scalo internazionale resterà chiuso fino a domani. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 18 luglio 2023, anno II della guerra, anno 4° della pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo.
Oggi parliamo di lavoro e sfruttamento nella filiera agroalimentare. L’amarone della Valpolicella, la cipolla di Tropea, il pomodoro pugliese e, infine, il kiwi del basso Lazio: sono alcune delle eccellenze agricole che arricchiscono i produttori e lustrano il pedigree del cibo “made in Italy”.
Sono lontani anni luce i tempi grami del dopoguerra, quando la fame era tornata protagonista: oggi mangiare è diventato anche uno status symbol e proliferano “chef”, marchi, il marketing conia sempre nuovi slogan. Anzi, se un problema si pone è quello della sovraproduzione, dello spreco, ma questa è un’altra storia.
Quei prodotti che luccicano nelle vetrine di alimentari che sembrano gioiellerie o su banchi nobili di catene multinazionali hanno una storia: qualcuno li ha seminati, coltivati, curati, protetti, raccolti e alla fine confezionati per la vendita al dettaglio. Insomma, fanno parte di una filiera, cioè di un’organizzazione complessa e articolata che impiega circa un milione e mezzo di lavoratori, se contiamo anche i cosiddetti “invisibili”.
C’è un mondo alle spalle di quei prodotti: fatto di sudore, fatica e molto spesso sfruttamento e non riguarda soltanto gli immigrati, ma sempre più spesso anche gli italiani.
“Sulle spalle degli altri” è un viaggio attraverso i podcast prodotti dalla Flai Cgil con gli autori Susanna Bucci e Paolo Butturini, attraverso il racconto e le voci dei protagonisti, nei territori in cui si coltivano e si confezionano quei cibi aristocratici. Ascoltiamo un estratto.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale