Mario Paciolla e Alberto Trentini: quelle due madri che non si arrendono per la verità


 

[Intro: Questa è la voce dell’attore Luca Zingaretti a cui ha risposto anche il ministro Urso girando la responsabilità alla scorta: una polemica di mezza estate su privilegi e questioni di sicurezza.  Questa è Ad Alta Velocità oggi 17 luglio 2025: nello stesso giorno del 1998 uno tsunami innescato da un terremoto sottomarino distrugge dieci villaggi in Papua Nuova Guinea, uccidendo circa 1 500 persone, lasciandone altre 2 000 disperse e svariate migliaia senza tetto. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di operatori umanitari. Mario Paciolla e Alberto Trentini. Due operatori umanitari in Sudamerica, due storie diverse e drammatiche. Cinque anni fa Paciolla fu trovato morto: suicidio è la versione ma famiglia e amici non hanno mai creduto. Dopo le mobilitazioni di questi anni con testimonianze che possono richiamare al dubbio sulla sua morte il tribunale di Roma ha archiviato.

Due giorni fa in piazza a Napoli la mamma di Mario, Anna Motta, ha ribadito che non si arrenderà mai. Un’altra mamma, Armanda Colusso, ha chiamato in causa la premier Meloni per avere notizie su suo figlio Alberto, arrestato in Venezuela 8 mesi fa, senza motivazioni ufficiali, mentre viaggiava da Caracas verso Guasdualito. Come per Mario, associazioni e società civile continuano a stringersi attorno ai genitori per chiedere la verità e la liberazione dell’operatore umanitario. Ascoltiamo la voce di queste due madri, Anna Motta e Armanda Colusso.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale