Nel Paese che invecchia cala il lavoro domestico: il rischio di un’emergenza welfare


[Intro: Questo è il momento in cui un arbitro appena 17enne è stato aggredito durante una partita di seconda categoria in Calabria: un nuovo episodio di violenza sui campi di calcio delle serie minori e dilettantistiche. Questa è Ad Alta Velocità oggi 28 novembre 2025: nello stesso giorno del 2016 il disastro aereo del volo LaMia 2933 con a bordo 81 persone, fra le quali la squadra di calcio brasiliana del Chapecoense, si schianta vicino a Medellín in Colombia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di invecchiamento, cura e assistenza. Negli ultimi vent’anni l’Italia ha perso oltre 1,1 milioni di giovani e guadagnato più di 3,2 milioni di over 65, di cui metà ultraottantenni. Entro il 2035 il numero dei giovani continuerà a calare di altri 1,3 milioni, mentre gli anziani cresceranno di quasi 2,8 milioni, con un ulteriore incremento degli ultraottantenni (+17%).

Nonostante l’aumento della popolazione anziana, il lavoro domestico regolare sta calando, le assistenti familiari invecchiano e oltre metà degli addetti opera in nero. Negli ultimi anni il lavoro domestico regolare ha registrato un calo significativo: il numero dei lavoratori iscritti all’Inps è, infatti, sceso del 16,2% in 3 anni. Nell’ultimo anno poi, per la prima volta, le badanti hanno superato le colf, confermando la prevalenza delle attività di cura. È la fotografia che emerge dal Rapporto 2025 di Assindatcolf “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico”.

Ascoltiamo le voci raccolte durante l’evento di presentazione a Roma con: il presidente Andrea Zini, la giornalista Donata Columbro, il segretario di Censis Giorgio De Rita e la presidente di Effe Maria Beatrice Leveaux.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale