Ue, riforma dell’asilo: Ong contro nuove regole su rimpatri
Attacco al diritto di asilo – Le Ong che si occupano di soccorso in mare criticano le nuove norme dell’Unione Europea. Il servizio di Fabio Piccolino.
I ministri degli Interni dell’Unione Europea hanno dato il via libera alla riforma del concetto di Paese terzo sicuro, alla prima lista UE di Paesi d’origine sicuri e alle nuove procedure di rimpatri. Secondo Mediterranea Saving Humans a un fenomeno complesso e profondamente umano, si sceglie di rispondere con strumenti repressivi, burocratici e punitivi, che ignorano del tutto i diritti fondamentali delle persone. Critica anche Emergency secondo cui le nuove norme erodono il diritto di ogni individuo a chiedere asilo sul territorio europeo e riducono gravemente gli standard di protezione per le persone migranti.
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Migranti, sbarchi nel Mediterraneo in aumento: l’89% parte dalla Libia
Un mare di disperazione – Gli arrivi di persone migranti attraverso il Mediterraneo sono in aumento. Lo dicono i dati di Fondazione Migrantes secondo cui l’89% delle partenze avviene dalla Libia. Da gennaio a luglio le navi delle Ong hanno soccorso oltre settemila persone.
Alla fine del 2024, il numero di persone sul pianeta in condizione di sradicamento forzato ha toccato la cifra record di 123,2 milioni (+6% rispetto al 2023). Un mondo in stato di crisi permanente continua a generare spostamenti di popolazioni, mentre i sistemi di protezione sembrano arretrare, tra esternalizzazioni, reclusione e rimozione della responsabilità politica. È uno sguardo lucido e coinvolto quello che emerge dal IX Report “Il Diritto d’Asilo” della Fondazione Migrantes (con Tau Editrice), dal titolo Richiedenti asilo: le speranze recluse, presentato a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana.
Alcuni dati rilevanti a livello globale
In corso la prima flessione in 10 anni, con un grosso “ma”. A metà 2025 le persone in fuga risultano in calo: 117,3 milioni. Dovuti però in prevalenza a “ritorni” in Paesi insicuri.
Tre rifugiati su quattro continuano a essere accolti in Paesi a basso o medio reddito.
46 milioni di “sfollati climatici” nel solo 2024.
Sintesi del report: https://www.migrantesonline.
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Nel 2025 uccisi 67 giornalisti: metà muore nella Striscia di Gaza
Strage infinita – Secondo il rapporto annuale di Reporter senza Frontiere, nel 2025 sono stati uccisi nel mondo 67 giornalisti, di cui la metà nella Striscia di Gaza. L’organizzazione ha ricordato come in due anni di bombardamenti, l’esercito israeliano abbia colpito 220 cronisti.
“Il numero dei giornalisti uccisi (dal primo dicembre 2024 al primo dicembre 2025) è tornato a crescere, a causa delle pratiche criminali delle forze armate regolari e non e della criminalità organizzata”, spiega l’associazione secondo la quale “i giornalisti non muoiono, vengono uccisi”.
Dei 67 professionisti dei media uccisi nell’ultimo anno, quasi la metà (43%) è stata uccisa a Gaza dalle forze armate israeliane e il 79% (53) è stato vittima della guerra o della criminalità organizzata.
Nel Messico, paese afflitto dai cartelli della droga, ad esempio, il 2025 è stato l’anno più mortale degli ultimi tre, per i giornalisti. Nel frattempo, 503 giornalisti sono detenuti in tutto il mondo. Inoltre, a un anno dalla caduta di Bashar al-Assad, molti dei giornalisti arrestati o catturati sotto il suo regime rimangono introvabili, rendendo la Siria il Paese con il più alto numero di professionisti dei media scomparsi in tutto il mondo.
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Crisi umanitarie, Onu: “Un’epoca di brutalità e indifferenza”
Mondo in apatia – “Questa è un’epoca di brutalità, impunità e indifferenza”, ha detto il capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, presentando un piano la cui versione ridotta spera di raccogliere almeno 23 miliardi di dollari per aiutare 87 milioni di persone a Gaza, in Sudan, ad Haiti, in Myanmar e in Ucraina.
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Ucraina, Mediterranea al fianco dei civili nel campo profughi di Sykhiv
Accanto ai civili – È giunta in Ucraina la ventiduesima missione di Mediterranea a fianco della popolazione civile, stremata dalle conseguenze dell’aggressione russa. La Ong sta portando il proprio sostegno alle persone profughe nel campo di Sykhiv a Leopoli, vittime dell’orrore della guerra.




