Perchè dopo 47 anni è necessario mantenere viva la memoria di Peppino Impastato


[Questa è la voce di Elio Germano che dopo aver ritirato il David di Donatello per il film su Berlinguer parla di dignità e fa riferimento a quella dei palestinesi. Questa è Ad Alta Velocità oggi 9 maggio 2025: nello stesso giorno del 1960 la Food and Drug Administration approva la vendita della pillola anticoncezionale negli Stati Uniti. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di antimafia. Il 9 maggio 1978 i sicari di Tano Badalamenti uccidono Peppino Impastato, attivista e giornalista che con la sua Radio Aut a Cinisi aveva fatto dell’impegno contro la mafia una ragione di vita. Negli stessi giorni del ritrovamento del corpo di Aldo Moro la morte di Peppino fu derubricata a un attentato andato male di un estremista comunista. Solo 20 anni dopo con la perseveranza della mamma Felicetta e del fratello Giovanni si è raggiunta la verità.

La memoria dell’impegno di Peppino è arrivata al cinema con il film i Cento Passi, nelle scuole, nell’impegno di tante associazioni e attivisti a distanza di 47 anni come esempio di grande rivoluzione culturale per la Sicilia, per il Sud e per tutto il Paese. E Peppino è stato anche un grande esempio di giornalismo che prende posizione e lo fa con la voce, con la radio e con l’ironia che abbatte la “sacralità” del boss riducendolo a quello che è: un piccolo uomo. Ascoltiamolo in una trasmissione che ha fatto storia.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale