Quei fanghi tossici venduti senza pudore al Nord


 

“Io ogni tanto ci penso, cioè, chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuto sui fanghi”. “Siamo talmente aziendalisti da non avere più pudore”.

Il 31 maggio 2019 Antonio Carucci, geologo di origine milanese addetto alle vendite dell’azienda bresciana “Wte srl” al centro dell’inchiesta in cui la Procura di Bresca contesta la vendita di 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per i fertilizzanti e smaltiti su circa 3mila ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

Emerge infatti un consolidato rapporto tra mafie e criminalità economica.

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Giuseppe Manzo giornale radio sociale