Serve un Mezzogiorno non profit per salvare il Sud


 

“La povertà assoluta si è rialzata nel 2020, ci eravamo illusi dopo il 2010 perché c’era stata una leggera contrazione. Al Sud il tasso è dell’11,1%, circa 2 milioni e 200mila persone vivono sotto la soglia di povertà”.

La fotografia impietosa è del presidente Istat Carlo Blangiardo durante il convegno promosso dal ministro Mara Carfagna

Lo stesso premier Mario Draghi ha snocciolato le cifre di un decennio di tagli vero le regioni meridionali: “tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi. Per la prima volta da tempo, abbiamo l’occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali, nelle fonti di energia sostenibili”.

Il presidente del consiglio ha ricordato che “le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni”.

Insomma siamo di fronte a una somma mostruosa e c’è l’occasione storica di poter spendere e saper spendere quei fondi a patto che ci sia un fronte unito che sbarri la strada alle organizzazioni criminali e quei sistemi corruttivi che abbiamo visto all’opera in tutto il Paese. Fuori da ogni paternalismo “produttivo” serve un Mezzogiorno non profit che richiami molti cervelli andati lontano e autodetermini se stesso con le idee, l’innovazione, il lavoro e la giustizia sociale.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale