Sondaggio Swg: così le gabbie salariali dividono i lavoratori del Nord e quelli del Sud


 

[Intro: Questo è il momento in cui alla tradizionale e popolare festa di San Firmino il popolo basco dedica questa edizione al popolo palestinese sotto le bombe israeliane a Gaza. Questa è Ad Alta Velocità oggi 10 luglio 2025: nello stesso giorno del 1997 a Londra, un gruppo di scienziati divulga i risultati delle analisi sul DNA di uno scheletro di Uomo di Neandertal, che sostengono la teorie dell’evoluzione umana fuori dall’Africa, collocando l’era africana da 100000 a 200000 anni fa. Ben trovati da Giuseppe Manzo]

Oggi parliamo di lavoro. Torna attuale il dibattito pubblico sulle gabbie salariali. Introdotte nel 1945 e poi abolite nel 1972 calcolavano la parametrazione dei salari sulla base del costo della vita nei diversi luoghi. Entrate in vigore nel 1946, all’inizio furono previste solo al nord, e solo in seguito estese a tutto il paese. In origine, la divisione era in quattro zone, ciascuna con un diverso calcolo dei salari. In un sondaggio di Swg emerge che la sperequazione nel rapporto tra retribuzione e prezzi viene largamente percepita dagli italiani e gran parte dei lavoratori si sente in qualche maniera penalizzata per questo motivo.

Ma, al contrario del concetto che sta alla base dell’attuale proposta delle Gabbie salariali, sono soprattutto i lavoratori del Meridione a ritenersi discriminati. Gli occupati residenti al Nord vedono la questione in maniera diversa rispetto a chi vive e lavora nelle regioni del Sud o sulle Isole, essendo i primi tendenzialmente favorevoli e i secondi più contrari. Ascoltiamo Riccardo Benetti di Swg.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale