È questo il suono della scossa in Irpinia, tremenda, che il 23 novembre 1980 uccise circa 3mila persone portando morte e distruzione.
Quel sisma è stato solo l’inizio di altre disastri, di opere incompiute e di tante ricostruzioni mancate. Basti pensare ai terremoti del Centro Italia negli anni ’90 e nel 2016, a quello dell’Aquila del 2009.
Ed è proprio questo evento che inaugurò la gestione dell’emergenza e della Protezioni civile, capace di coordinare i soccorsi e gestire il post emergenza. Eppure non esiste mai un post emergenza, condizione ormai strutturale di governo come per i rifiuti in Campania nei 25 anni di commissariato straordinario e ora per il Covid in tutto il Paese.
“In emergenza non esiste democrazia” ha detto un uomo forte della Protezione civile. Invece la sfida è proprio questa: la democrazia dentro le emergenze che tolga le mani del business speculativo e delle mafie dalle risore per far rinascere comunità e territori.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale