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Dossier Terre di Mezzo: boom dei camminatori nel 2021

di Redazione GRS


Buoni passi. La quinta edizione del dossier di Terre di Mezzo descrive il boom dei camminatori nel 2021, quando si è tornati a praticare in Italia più di quanto si facesse prima della pandemia. Lo scorso anno lo hanno fatto complessivamente almeno 80mila persone, mentre si è assistito alla nascita di nuovi percorsi, sempre più strutturati e attivi.

Le risposte on line rivelano che il 24 per cento di chi fa un Cammino non chiede la credenziale. Incrociando i dati possiamo quindi dire che nel 2021 si sono messe in cammino complessivamente (con o senza Credenziale) almeno 80mila persone.

Nel 2021 assistiamo in Italia non solo a una crescita del numero di persone che si mettono in cammino, ma anche alla nascita di nuovi Cammini, sempre più strutturati e attivi. Per la redazione di questo dossier, Terre di mezzo ha contattato le associazioni e gli enti impegnati nella gestione e valorizzazione di 79 Cammini. Sono 49 i Cammini sui quali c’è una registrazione delle Credenziali distribuite, mentre su altri 20 le Credenziali sono distribuite ma non registrate e per 10 non è prevista invece alcuna Credenziale.
Sono 14, in particolare, quelli che hanno iniziato la distribuzione della Credenziale proprio negli anni più difficili della pandemia (2020 e 2021): il Cammino francescano della Marca, il Cammino di Don Tonino, Le Vie del Viandante, la Via dei Lupi, il Cammino del Salento, il Cammino dei Borghi Silenti, il Cammino del Deserto, il Grande Cammino del Monferrato, il Cammino degli Aurunci, la Via dei Gessi e dei Calanchi, Kalabria Coast to Coast, la Via Vandelli, il Cammino di San Giacomo in Sicilia e il Cammino di Dante nel Casentino.

Sono 1.821 coloro che hanno risposto al questionario online lanciato da Terre di mezzo Editore tra marzo e aprile 2022, per ricostruire l’identikit, le scelte e i bisogni dei camminatori in Italia. Ecco in sintesi i risultati.
Il 21% è al suo primo cammino. E quello di Santiago è in cima ai pensieri di tutti: è al primo posto infatti tra gli itinerari scelti da chi è partito l’anno scorso (anche da chi era alla sua prima esperienza da pellegrino) ma anche per chi intende in futuro cimentarsi in un Cammino. Seguono la Via Francigena, la Via degli Dei e il Cammino nelle Terre mutate.
Anche se viviamo nell’era del web, il 32% ha conosciuto il Cammino che poi ha deciso di percorrere tramite il passaparola, il 29% da siti internet e il 16% dai social network.
Sono molti i motivi per cui ci si mette in viaggio a piedi (qui era possibile segnare più di una risposta al questionario): nella metà dei casi è l’occasione per conoscere il territorio e (anche) per il proprio benessere mentale o emotivo; ma nel 30% dei casi chi parte ha bene in mente il desiderio di fare una nuova esperienza.
Nota particolare: sulle motivazioni i “neofiti” (coloro che sono alla loro prima esperienza) e i “veterani” (coloro che hanno alle spalle già uno o più Cammini) un po’ si differenziano: per i neofiti la spinta a partire viene, nell’ordine, dalla ricerca del proprio benessere mentale, poi dal desiderio di fare una nuova esperienza e dalla voglia di stare a contatto con la natura. La scoperta dei territori viene al quarto posto.
Che siano neofiti o veterani, la stragrande maggioranza sostiene di aver tratto beneficio dal cammino. Il 40% ha camminato nella propria regione o in regioni vicine.

I piedi rimangono “il mezzo” principale sui Cammini d’Italia. Solo il 4% ha scelto la bicicletta.
I mesi estivi sono stati i più gettonati, complice la pandemia che anche nel 2021 ha di fatto “ristretto” l’arco temporale in cui era possibile viaggiare con una relativa tranquillità.
Cresce il numero delle persone che camminano più di 15 giorni (in due anni dal 10% al 18%), o meno di 5 (in due anni dal 10% al 23%).
Il 31% cammina da solo, il 34% in coppia, l’8% in gruppi di 10-30 persone (spesso gruppi accompagnati da guide ambientali). Il 66% parte con una guida in tasca, il 41% con le tracce gps sul cellulare (spesso le due cose vanno insieme).

Il 2021 è l’anno del sorpasso. Sui Cammini d’Italia le donne sono il 50,4% (nel 2020 erano il 44%).
Il camminare affascina trasversalmente tutte le generazioni. Il 66,9%, ha dai 30 ai 60 anni, quindi è sicuramente in età lavorativa, segno che la scelta di un modo lento e sostenibile di viaggiare non è solo per chi ha molto tempo a disposizione. E infatti il 46% dei camminatori è un dipendente full time, mentre il 17% un libero professionista.

Libri, guide, calzature, abbigliamento tecnico, pernottamenti, pranzi, cene: il pellegrino contribuisce a tener viva l’economia soprattutto in alcune zone d’Italia meno frequentate dal turismo di massa. Il 51% spende durante il cammino dai 30 ai 50 euro al giorno, il 16% più di 50 euro, il 22% riesce a stare sotto i 30 euro e il 9% riesce a campare con meno di 20.
Camminare in Italia costa di più che in Spagna, dove la spesa giornaliera si aggira intorno ai 30 euro (dato del 2019). Nel nostro Paese il 38% dei camminatori dorme in B&B, mentre il 22% negli ostelli per pellegrini (che però non sono così diffusi come lungo i cammini che portano a Santiago). Il 39% di chi cammina ritiene infatti che sia necessario aprire strutture più semplici ed economiche e il 32% più ostelli per pellegrini.

Sicuramente il camminatore in Italia risparmia all’ora di pranzo: l’86% opta per un panino veloce o della frutta. Arrivati a destinazione la musica cambia e prevale chi si concede una cena al ristorante o in pizzeria: il 60% sempre, il 24,7% se è previsto un menu per il pellegrino. E del resto, è veramente difficile resistere alla tentazione di gustare le mille specialità e piatti tipici del Belpaese!

Stallo da guerra: si ferma la crescita dell’economia italiana

di Redazione GRS


 

 

Una brusca frenata. Nel 2022 la guerra in Ucraina ferma la crescita dopo l’avanzata dello scorso anno. Il servizio è di Giuseppe Manzo

Nel 2022 nessuna crescita aggiuntiva rispetto a quella acquisita nel 2021; parziale recupero dall’effetto traino di PNRR e da possibili misure espansive per 10,5 miliardi; Il PIL nel 2023 a +2,5.

È quanto emerge dal report “L’aggiornamento dello scenario italiano dopo l’invasione russa dell’Ucraina” realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Monitor Fase 3, frutto della collaborazione tra Area Studi Legacoop e Prometeia. Per il presidente di Legacoop Mauro Lusetti “Il danno è fatto, ora il PNRR è l’ancora di salvezza, coinvolga il Paese”.

“Diritto alla prevenzione”: la prima cura odontoiatrica per i soggetti più fragili

di Redazione GRS


 

 

 

Un sorriso per tutti. Al via il progetto di prevenzione odontoiatrica per i soggetti più fragili. Il servizio è di Pierluigi Lantieri.

E’ stato presentato oggi a Roma “Diritto alla Prevenzione”, il progetto di Croce Rossa Italiana, Fondazione ANDI Onlus, Rotary e Mentadent, per offrire assistenza e prima cura alle categorie più fragili e garantire il diritto di ricevere controlli e cure odontoiatriche di emergenza.

Si tratta di una vera e propria clinica mobile e itinerante che girerà l’Italia per sostenere le persone che non possono accedere ai servizi di base, per mancanza di mezzi o di disponibilità economica. L’unità mobile toccherà diverse città e raggiungerà in primis anziani, bambini, persone con disabilità e senza dimora.

di Pierluigi Lantieri

Rapporto sport e cittadinanza: ancora disparità tra minori italiani e stranieri

di Redazione GRS


Sport e cittadinanza. Il rapporto di ActionAid evidenzia le troppe disparità ancora esistenti tra minori italiani e stranieri. Ius soli e Ius Culturae sportivo, pur basandosi sull’idea di sport come strumento di inclusione, hanno finito per produrre ulteriori discriminazioni, aumentando la vulnerabilità dei minori senza cittadinanza.

“Il 10 marzo scorso la Figc, con un atto d’urgenza, ha stabilito per i minori provenienti dall’Ucraina la possibilità di essere tesserati nelle società dilettantistiche fino alla fine dell’attuale stagione sportiva. Si è trattato di un provvedimento che ha fatto seguito alle numerose iniziative messe in campo dal calcio italiano come segno di vicinanza concreta al popolo ucraino, così duramente colpito dal conflitto in atto. Tuttavia, l’eccezionalità dell’iniziativa ha messo ancor più in evidenza le disparità esistenti tra minori italiani e stranieri nell’accesso all’attività sportiva”: lo denuncia ActionAid nel suo nuovo rapporto “Sport e cittadinanza. Norme, pratiche e ostacoli”.

“Le regole dello sport, come quelle di qualsiasi altro ordinamento, possono connotarsi per essere inclusive o fautrici di nuove esclusioni e differenze. Nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi anni, il cammino è ancora lungo. Il mondo dello sport, professionistico e dilettantistico, insieme a quello dell’attivismo sociale, della politica e delle istituzioni ha il dovere di ragionare su tali questioni affrontandone le problematiche collegate. Lo sport non dovrebbe concedersi di perdere la sua partita più importante: essere il luogo dell’inclusione di tutte le persone. È necessario quindi garantire la possibilità di accedere alla pratica sportiva per tutti, indipendentemente da origine o status giuridico”, afferma Daniela Capalbo, Referente ActionAid per la Campania. Secondo ActionAid il cosiddetto Ius soli sportivo (legge 12/2016) e lo Ius Culturae sportivo (art.1 co. 369 della Legge di Bilancio 2018), pur basandosi sull’idea di sport come strumento di inclusione hanno finito per produrre ulteriori discriminazioni, amplificando la vulnerabilità dei giovani under 18 senza cittadinanza.

Lo Ius soli sportivo prevede che i minorenni che non sono cittadini italiani ma che risiedono regolarmente nel nostro territorio almeno dal compimento del decimo anno di età possano essere tesserati presso le società sportive con le stesse procedure previste per i cittadini italiani. Prima di questa legge, soltanto la Federazione italiana hockey e la Federazione pugilistica italiana avevano adottato disposizioni per equiparare gli atleti. La limitazione al compimento dei dieci anni determina però disparità di trattamento: è il caso, ad esempio, di un minore entrato sul territorio nazionale all’undicesimo o dodicesimo anno di età che si ritrova quindi escluso dai benefici della legge. Un’altra criticità è la questione della “residenza regolare”: anche se il testo non menziona espressamente di che tipo di residenza si tratti, l’aggettivo regolare sembra far riferimento proprio alla residenza anagrafica. Un tema particolarmente spinoso per gli stranieri, perché il suo possesso è legato principalmente alla titolarità del permesso di soggiorno.

Ad affiancare lo Ius soli sportivo e a coprirne parzialmente i limiti è intervenuto lo Ius culturae sportivo che stabilisce che i minori cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea, anche non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, possono essere tesserati purché siano iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano. Tuttavia, lo Ius culturae sportivo continua a non essere applicato in tutta la sua portata dato che in molti casi ancora non si consente il tesseramento di figli di genitori irregolarmente presenti sul territorio italiano o che hanno difficoltà a ottenere il certificato di residenza anagrafica.

Cresce la spesa militare in Italia: +4,6% rispetto al 2020

di Redazione GRS


Sempre più armi. Le spese militari nel nostro Paese sono cresciute del 4,6% rispetto al 2020 e saliranno ancora superando i 25 miliardi. Secondo Sbilanciamoci e Rete italiana pace e disarmo, i conflitti nel mondo “non si fermeranno aumentando le spese per le armi, ma investendo in politiche di pace e di sicurezza comune e condivisa”.