Secondo il rapporto della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (Cild) i migranti trattenuti nel centri di permanenza per il rimpatrio sono stati sottoposti a soprusi. Il servizio di Paolo Andruccioli.
Secondo il Rapporto sulla Detenzione migrante ai tempi del Covid, a cura della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (Cild) quello che è avvenuto nei luoghi di transito o di privazione della libertà è fuori dalla legalità. In particolare nel rapporto viene analizzata la situazione verificatasi da febbraio a fine giugno nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) e sulle navi-quarantena.
Ciò che emerge – spiega l’avvocato Gennaro Santoro – è come nel periodo dell’emergenza sanitaria la detenzione nei Cpr sarebbe da ritenersi priva di basi legali venendo meno la possibilità di effettuare rimpatri, a causa della sospensione della mobilità internazionale. Il trattenimento in questi luoghi, così come stabilito dalla Direttiva rimpatri e dal Testo Unico Immigrazione, è infatti esclusivamente propedeutico al rimpatrio”.