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Inail e cooperative unite per l’autonomia delle persone con disabilità


Inail e centrali cooperative alleate per l’occupazione e l’autonomia delle persone con disabilità.  Il servizio è di Giovanna Carnevale.

Favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità da lavoro: è questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi dall’Inail e Confcooperative, Legacoop e Agci, le principali organizzazioni della cooperazione che insieme rappresentano 35mila imprese e oltre 1 milione di persone occupate. Tra le attività previste dall’accordo ci sono percorsi di accompagnamento per il recupero delle abilità e progetti personalizzati per favorire l’occupazione, anche nell’ambito delle imprese e cooperative sociali.  Come? Attraverso interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, adeguamento delle postazioni di lavoro e formazione professionale.

Roma Capitale riserva il 5% degli appalti alle cooperative sociali di tipo B


Le Linee guida e il Regolamento di Roma Capitale applicano sull’affidamento di Contratti Pubblici sopra e sotto soglia per l’inserimento lavorativo di persone a forte rischio di esclusione sociale la quota di riserva del 5% degli appalti alle cooperative sociali di tipo B, presenti nell’albo capitolino: soddisfazione delle centrali cooperative sociali del Lazio.

Le tre grandi Centrali della Cooperazione sociale del Lazio esprimono “apprezzamento per la rapidità e la qualità del lavoro svolto dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, che ha recepito integralmente i rilievi inviati sul bando per l’assistenza scolastica ‘specialistica’ (PA VSFQ 32/25/SUA), intervenendo per garantire continuità assistenziale, coerenza organizzativa e migliori condizioni di erogazione del servizio.

Tali osservazioni — tra cui la necessità di criteri più aderenti ai bisogni delle studentesse e degli studenti con disabilità e il riferimento a modelli qualificati di accreditamento come il RUAS di Roma Capitale — erano state formalizzate nella lettera congiunta delle Centrali cooperative.

Ringraziamo la Delegata alle Politiche sociali Tiziana Biolghini e gli Uffici per l’ascolto e il recepimento puntuale dei rilievi: una scelta concreta a tutela della continuità educativa e della qualità del servizio per le famiglie e le scuole”, dichiarano i responsabili regionali di AGCI Imprese Sociali Lazio, Confcooperative – Federsolidarietà Lazio e LegacoopSociali Lazio, Marco Olivieri, Luciano Pantarotto e Anna Vettigli.

“Resta tuttavia aperto – proseguono – il nodo tariffario di competenza della Regione Lazio: l’attuale tariffa non copre i costi del lavoro previsti dal CCNL Cooperative Sociali, compromettendo la sostenibilità del servizio e la stabilità occupazionale di operatrici e operatori. Le Centrali cooperative chiedono quindi un adeguamento urgente, in linea con i costi contrattuali e con gli standard qualitativi richiesti”.

“Nonostante lo sforzo di Città Metropolitana, senza una tariffa regionale adeguata è a rischio l’intero impianto: qualità, continuità e diritti del lavoro. Se la Regione non interverrà subito, le cooperative valuteranno ogni iniziativa utile per tutelare servizi, famiglie e lavoratrici/lavoratori”, concludono i responsabili di AGCI Imprese Sociali Lazio, Confcooperative – Federsolidarietà Lazio e LegacoopSociali Lazio. 

Supporto psicologico troppo costoso per molte persone con disabilità


In una survey lanciata da Serenis, centro medico online per il benessere mentale e fisico, e FISH, Federazione Italiana per i diritti delle persone con disabilità emerge che l 73% delle persone con disabilità rinuncia al supporto psicologico soprattutto per motivi economici.

La prima parte della survey, rivolta esclusivamente alle persone con disabilità, ha rivelato un’ampia familiarità con il concetto di terapia psicologica: l’88.5% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne sentito parlare. Sebbene le risposte mostrino una forte consapevolezza, l’adozione pratica rimane estremamente contenuta: meno della metà dei rispondenti ha usufruito di sessioni di terapia in presenza (37.3%) o online (33.3%), mentre oltre un quinto del campione (pari al 20.9%) ha espresso la volontà di iniziare un percorso terapeutico ma non l’ha ancora fatto. Un dato che evidenzia un bisogno ancora inespresso e la necessità di potenziare l’accessibilità dei servizi

L’interesse per il benessere mentale c’è, ma l’accesso rimane un problema.

Quasi un quarto delle persone con disabilità intervistate (25.4%) ha affermato di aver rinunciato a iniziare un percorso di terapia psicologica a causa di barriere fisichelogistichecomunicative culturali, con un impatto notevole sulle decisioni legate al benessere e alla salute mentale. Il sondaggio ha evidenziato come la principale barriera d’accesso sia il costo economico, citato dal 73% dei rispondenti, suggerendo come, nonostante l’interesse, la sostenibilità finanziaria del percorso terapeutico resti un ostacolo insormontabile per molti. Gli altri importanti ostacoli consistono nell’indisponibilità nel proprio territorio di psicoterapeuti con competenze specifiche sulla disabilità  (27.9%). la distanza fisica dagli studi terapeutici (22.6%) e la scarsa informazione sulle opzioni disponibili (16.4%).

La terapia online come alternativa flessibile alle barriere di accesso.

Le risposte alla survey mostrano una notevole fiducia nei confronti della terapia online ritenendola un’alternativa che ben si adatta alle esigenze personali (orari, modalità di comunicazione e supporti accessibili). Le caratteristiche più importanti di un servizio online individuate dalle persone con disabilità che hanno risposto al sondaggio sono: la specializzazione dei terapeuti, l’usabilità della piattaforma e costi più accessibili. Infatti, se è vero che il 48.1% reputa fondamentale la facilità d’uso di queste piattaforme, più del 50% dei rispondenti dichiara di cercare professionisti con esperienza specifica nella disabilità, un dato che sale al 58.7%  quando si chiede l’importanza di tale competenza.

“I dati che emergono dalla survey dimostrano come la terapia online sia considerata, a tutti gli effetti, un’opportunità per superare le barriere territoriali e logistiche, a condizione che venga erogata in modo accessibile da professionisti altamente specializzati – commenta Daniele Francescon, Co-Founder e General Manager di Serenis  A riprova di questo, il fatto che il 66.7% degli intervistati ritenga che l’integrazione della terapia online nel sistema sanitario e nella rete associativa dei pazienti possa migliorare decisamente il proprio benessere psicologico”.

Caregiver e supporto psicologico: una situazione di emergenza.

La sezione del sondaggio dedicata ai caregiver rivela un’urgente necessità di supporto: circa la metà dei rispondenti (43%) ritiene che il supporto psicologico fornito non sia adeguatamente offerto o accessibile. Un segnale chiaro, che viene confermato dal fatto che il 50.4% dei caregiver, pur non avendo mai usufruito di un servizio di psicoterapia online, dichiara di volerlo provare. Per quanto riguarda le modalità, le sedute individuali sono le più preferite, scelte dal 67.2% dei caregiver, che riflettono la necessità di uno spazio privato e personalizzato in cui affrontare le sfide quotidiane e sottolineando l’importanza di un supporto diretto e non mediato.

“Per le persone con disabilità, il benessere psicologico è fondamentale, così come la consapevolezza dell’importanza dell’accesso al supporto psicologico. Ciò non è, però, sempre possibile a causa di barriere reali: il costo della terapia e la carenza di specialisti. È un bisogno forte che si scontra con una realtà di scarsa accessibilità. Per questo la FISH si impegna attivamente a promuovere soluzioni che garantiscano a tutti e a tutte il diritto a una buona salute mentale”, dichiara Vincenzo Falabella, Presidente della FISH.

“Troppo spesso, parlando di caregiver, si pensa solo a persone che si “prendono cura di” e sfugge completamente che anche i caregiver stessi avrebbero, anzi, hanno necessità di avere qualcuno vicino o semplicemente sapere che ci sia qualcuno che si possa prendere cura di loro – sottolinea Stefania Stellino, caregiver e coordinatrice del Gruppo scuola della FISH – Si pensa ai caregiver come persone forti, degli eroi da ammirare, senza considerarli nella loro fragile umanità. Non è sufficiente un “come stai?” di convenienza. La differenza la fa il saper ed il voler davvero ascoltare senza giudicare, lasciandosi pervadere dalle emozioni: compatire nel senso etimologico del termine, cum patior, soffrire insieme, comprendere!”

Carceri, Garante dei detenuti: “Si rischia di soffocare l’inclusione sociale”


Sulle ultime circolari dell’Amministrazione Penitenziaria che riguardano l’efficacia operativa e la prevenzione di eventi critici nelle carceri e gli eventi di carattere educativo, culturale e ricreativo interviene il portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti Samuele Ciambriello: “lasciano perplessi per impostazioni e contenuti. In particolare si rischia di mettere una pietra tombale sulle iniziative di inclusione sociale negli istituti”.

“Tale circolare dà anche una certezza di una scarsa contezza reale dei contesti carcerari, trasforma le autorizzazioni della Magistratura di Sorveglianza in orpelli, elementi ancillari. Ci sono iniziative trattamentali di Cooperative, Associazioni, Enti Locali e non si comprende la gestione diretta della Direzione generale degli istituti con i circuiti di Alta Sicurezza. Ma allora i Direttori e i responsabili del PRAP sono semplici amministratori di condominio? Una circolare che ha una visione carcerocentrica, opposta al diritto penitenziario. Siamo passati dalle celle chiuse alle carceri chiuse. Si entra di più in carcere e si esce di meno”.

Arte e design: Aibi lancia il Movimento di bellezza generativa per l’infanzia


Nasce il Movimento di bellezza generativa di Aibi-Amici dei bambini: una rete di talenti e competenze al servizio dell’infanzia abbandonata: dall’illustrazione al design, dalla comunicazione allo spettacolo, ogni forma di bellezza può generare bene concreto.

Da gesto a movimento: 24 anni di bellezza generativa

“Il BELLO che Fa BENE®” nasce 24 anni fa come charity dinner e negli ultimi anni sempre più aziende hanno donato alcuni dei propri prodotti più belli per sostenere direttamente i nostri progetti”, spiega Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini. “Oggi quel gesto si evolve in un ecosistema dove ogni forma di bellezza – un quadro, un oggetto di design, una storia raccontata – diventa risorsa concreta per garantire a ogni bambino abbandonato il diritto di essere figlio”.
Il principio è semplice: il tuo bello può generare bene. Un oggetto di design donato, un’opera d’arte creata, una competenza messa a disposizione si trasformano in fondi per sostenere bambine e bambini abbandonati, adolescenti fuori famiglia, mamme sole e famiglie vulnerabili attraverso progetti di accoglienza, educazione ed empowerment in Italia e in oltre 30 paesi nel mondo.

Una rete che unisce talento e impatto

Quest’anno, ad Ai.Bi. Amici dei Bambini si affiancano nell’organizzazione dell’evento tre realtà unite da una visione comune, a dimostrazione di come competenze diverse possano convergere per massimizzare l’impatto sociale.

Sprint Italia, piattaforma dedicata ai creator e ai talenti creativi, entra come partner strategico per la comunicazione, mettendo a disposizione la propria community di creator ad alto impatto sociale, i canali social e le competenze di storytelling digitale.

E20BeRight, agenzia specializzata in exhibit design, progetta e produce l’evento e garantisce che sia coerente con i valori promossi, realizzandolo secondo le normative ISO 20121. Un ecosistema di aziende milanesi che fa della sostenibilità un fatto concreto, dimostrando che bellezza e responsabilità possono dialogare in ogni fase organizzativa.

Yoonik, prima agenzia italiana di management per illustratori fondata nel 2022, contribuisce al progetto con 24 opere d’arte donate da artisti del proprio roster: Alan Zeni, Beppe Conti, Bianca Buoncristiani, Carolina Zuniga, Charlotte Le Bleu, Chiara Boz, Chiara Lanzieri, Chiaralascura, Elisa Puglielli, Fernando Cobelo, Gianluca Costantini, Giovanni Alberti, Giovanni Gastaldi, Giulia Rosa, Gra.phichette, Ilaria Urbinati, Josephine Tomarchio, Katia Boarino, Lucille Ninvaggi, Marianna Tomaselli, Naomi Vona, Roberta Ragona, Roby il Pettirosso e Silvia Bairo. Le opere, protagoniste dell’asta benefica, saranno esposte durante la serata del 4 dicembre e il ricavato sarà interamente destinato ai progetti di Ai.Bi., trasformando l’arte da contemplazione estetica a strumento concreto di trasformazione sociale.

“Vogliamo ribaltare la concezione che vede il mondo del ‘bello’ come apice della cultura del profitto”, continua Griffini. “Questa rete prova che creatività, arte e talento possono costruire futuro per chi ne ha più bisogno”.

4 dicembre: l’evento che trasforma la bellezza in azione

La serata del 4 dicembre al Circolo Filologico Milanese (Via Clerici 10, Milano – ore 19.00-23.00) celebrerà questo approccio con quattro momenti:

IL BELLO CHE RACCONTA: con protagoniste le famiglie e i bambini dei progetti sostenuti
IL BELLO CHE CONNETTE: networking tra aziende, istituzioni e changemaker
IL BELLO CHE DONA: esposizione di 24 opere d’arte donate dagli artisti di Yoonik + temporary shop solidale + asta benefica
IL BELLO CHE SORRIDE: cena e intrattenimento.

A fare da madrina di questa serata all’insegna della solidarietà e del divertimento: Sabrina Ganzer speaker radiofonica, ideatrice e fondatrice di Radio Ganzer.

L’evento ha il patrocinio di Città Metropolitana di Milano.

“Ogni forma di bellezza può trasformare l’emergenza in speranza. Invitiamo tutte le aziende che credono nel valore della bellezza generativa a unirsi a questo movimento”.
Marco Griffini, Presidente Ai.Bi. – Amici dei Bambini

Congresso Uici a Terrasini: diritti e accessibilità al centro


Un futuro con la persona al centro – A Terrasini, in Sicilia, al via il Congresso dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. 274 delegati provenienti da tutta Italia si confronteranno per indicare gli obiettivi del prossimo quinquennio su temi come scuola, lavoro, mobilità e accessibilità.

“Questo Congresso non sarà soltanto un luogo di riflessione, ma un laboratorio di idee e strategie concrete, per riaffermare con forza che la Persona deve essere e restare al centro di ogni politica e di ogni scelta. Solo così, insieme, potremo generare un futuro migliore per tutti”.
Lo ha detto Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, nel presentare il ventiseiesimo Congresso dell’Unione, dal titolo “Uici – Un futuro con la persona al centro”, che si svolgerà dal 24 al 26 ottobre nel Villaggio Città del Mare di Terrasini nel Palermitano. Nel corso del Congresso i 274 delegati provenienti da tutt’Italia indicheranno gli obiettivi del prossimo quinquennio che emergeranno da un confronto su diversi temi: la riforma dell’accertamento della disabilità, l’impatto delle nuove tecnologie, compresa l’IA, su non vedenti e ipovedenti e ancora le trasformazioni nel mondo del lavoro, le implicazioni sociali e sanitarie dell’invecchiamento della popolazione. Altro tema sarà quello del rafforzamento del sostegno sul territorio a soci e famiglie.
“Ci confronteremo – ha sottolineato Barbuto – sui temi concreti che toccano ogni giorno la vita dei ciechi e degli ipovedenti: scuola, lavoro, mobilità, accessibilità, cultura e sport, disabilità complesse, tutela legale, ipovisione, prevenzione, parità di genere, volontariato”.
I lavori si concluderanno con l’esame e la votazione sulla Relazione di quinquennio 2020-2025 e con l’elezione del presidente nazionale e dei 24 componenti il Consiglio.
“Il Congresso – ha concluso Barbuto – è l’appuntamento solenne e centrale della vita democratica dell’Uici. Da oltre 105 anni la nostra Unione riconosce e promuove il valore unico e irripetibile di ogni persona, impegnandosi quotidianamente per la tutela dei diritti, l’inclusione, l’autonomia e le pari opportunità. Oggi, sensibili ai cambiamenti sociali e istituzionali, ci prepariamo ad affrontare le grandi sfide che ci attendono”.

Ultime ore per il censimento Istat sul non profit: contarsi per contare


Ultimi giorni per partecipare al censimento Istat che fotografa la situazione del non profit in Italia. Il servizio di Giovanna Carnevale.

Domani 24 ottobre si chiude la raccolta dei dati che raccontano forza e varietà del settore non profit in Italia. Sono oltre 60.000 le realtà chiamate dall’Istituto di statistica a contribuire al censimento che riguarda vari aspetti, dalle dimensioni economiche ai rapporti con le amministrazioni. Il contributo di ciascuno è fondamentale: chi ha ricevuto la lettera di Istat dovrà compilare nelle prossime ore il questionario online oppure prenotare un’intervista al numero gratuito 1510.

Città italiane in affanno sulle performance ambientali: Trento guida la classifica


In Italia le città sono sempre più in affanno nel raggiungere performance ambientali sostenibili: lo dicono i dati del report  “Ecosistema Urbano” di Legambiente. Trento, Mantova e Bergamo le più virtuose, mentre il sud è in ritardo, con Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria in fondo alla classifica.

La trentaduesima edizione del Rapporto, realizzato collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, offre una classifica e una visione dettagliata circa l’evoluzione (troppo lenta) delle performance ambientali delle città italiane.
Lo studio, svolto sui 106 capoluoghi tenendo conto di 19 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia), restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro tra tante croniche difficoltà e qualche miglioramento.
Leggi qui tutti i dati – https://cigno.link/ecosistema-urbano-2025