L’Italia ha più di 120 infrastrutture a fonti fossili: una strategia pericolosa e inutile, secondo Legambiente


Un quadro preoccupante

In Italia ci sono più di 120 infrastrutture a fonti fossili: secondo Legambiente, che in occasione dello sciopero globale per il clima ha lanciato un’indagine sul tema, si tratta di una strategia pericolosa per l’ambiente e la salute pubblica, e inutile in tema di caro energia e indipendenza energetica. L’associazione ha realizzato una mappa dal titolo “L’Italia fossile” e mette in risalto “non solo tutte le procedure autorizzative aperte, tenendo conto sia di quelle in attesa di approvazione e i progetti approvati dal 2020 ad oggi con verifiche di ottemperanza in corso, ma anche la corsa al gas che l’Italia continua a portare avanti in barba al caro bollette, alla crisi climatica e alle mancate opportunità di innovazione per il settore energetico e per i territori”. Metanodotti, centrali a gas fossile, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori: tutte opere in valutazione presso il Mite – Ministero della Transizione Ecologica che disegnano una transizione energetica in realtà ancora basata sul gas fossile.

Sui metanodotti, ad esempio, ad oggi c’è in programma la realizzazione di circa 2.300 km di nuove condotte, di cui 1.360 km in sostituzione di tubazioni in dismissione e circa 1.000 km in aggiunta alla rete già esistente. Le infrastrutture fanno riferimento a progetti che sono in attesa di Via – Valutazione impatto ambientale o che hanno ricevuto l’autorizzazione negli ultimi due anni e che dunque potrebbero essere già realizzate o in via di realizzazione. Lo stesso vale per i rigassificatori. Secondo le ricerche condotte da Legambiente sono stati individuati almeno 15 progetti presentati al Mite. Il Governo ha anche imposto un’accelerata alla realizzazione di due rigassificatori, quello di Piombino e quello di Ravenna, che stanno godendo di procedure autorizzative semplificate.

Legambiente si proietta anche al futuro politico, con le imminenti elezioni che potranno condizionare le scelte sul fronte ambientale e energetico. Secondo l’associazione è fondamentale che la prossima legislatura compia una riflessione e operi al più presto un cambio di rotta. Per l’associazione la strategia non cambia: accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, non realizzare nessuna altra nuova centrale a gas, intervenire in termini di sprechi, pianificare una strategia di uscita totale dal gas fossile, arrivando al 2040 all’obiettivo emissioni zero nette.

di Pierluigi Lantieri