Torino lancia la Biennale della Prossimità: 1-2-3 ottobre 2026


Si riparte – La plenaria della Biennale della Prossimità del 4 novembre scorso a Torino ha lanciato il Comitato Locale dell’edizione 2026 e ha confermato le date — 1, 2 e 3 ottobre 2026 — per poi il punto sul cammino che metterà insieme i concetti di prossimità e democrazia.

Dal confronto è emersa con forza la volontà di lavorare sul legame tra prossimità e democrazia, tema che guiderà questa edizione, e di farlo con un metodo coerente con lo spirito della Biennale: partecipato, condiviso, collettivo.
Un manifesto comune, un sottotitolo scelto insieme, un luogo unico dove incontrarsi: sono queste le prime coordinate di un percorso che, passo dopo passo, prende forma concreta.

Prossimità e democrazia: una questione aperta

La mattinata è partita da una riflessione collettiva: cosa significa parlare di democrazia in un tempo in cui la distanza tra istituzioni e cittadini sembra crescere? E come può la prossimità contribuire a ricucire questo legame?
Dalla discussione è emersa un’idea chiara: la prossimità non è solo solidarietà o aiuto reciproco, ma un modo per fare politica nel quotidiano, per trasformare la realtà a partire dalle relazioni e dai territori.

Si è parlato di partecipazione, dignità, sogni e immaginazione.
Molti interventi hanno messo al centro chi spesso resta ai margini, ricordando che la democrazia vive solo se tutti hanno voce e possibilità di agire.
Altri hanno sottolineato l’importanza di riconoscere il valore del lavoro sociale e relazionale, che tiene insieme comunità e generazioni.

Dalla plenaria è nata la proposta di costruire il sottotitolo della Biennale in modo partecipato, attraverso un form aperto a tutte le realtà del Comitato, e di avviare la scrittura di un manifesto breve che raccolga i principi condivisi e le parole chiave emerse.
Un testo collettivo, in evoluzione, che accompagnerà il percorso fino all’autunno 2026.

Un luogo che tenga insieme

Subito dopo la riflessione sul tema, la plenaria ha affrontato un nodo pratico e simbolico: dove fare la Biennale.
La scelta dello spazio non è solo una questione logistica: racconta l’idea stessa di prossimità che si vuole mettere in scena.
È emersa la necessità di individuare un’unica sede principale, facilmente raggiungibile e capace di ospitare tutti i momenti dell’evento.

Con centinaia di persone attese da tutta Italia, anche pochi minuti di distanza tra una sede e l’altra potrebbero creare difficoltà.
Il gruppo “Luoghi” lavorerà nelle prossime settimane a una mappatura dettagliata degli spazi, da condividere nella prossima plenaria del 19 dicembre 2025, valutando spazi che uniscano funzionalità, accoglienza e connessione con la città.