A casa loro


A un anno dalla firma dell’accordo Italia-Libia per fermare i flussi migratori diretti in Europa, Amnesty International torna a denunciare le condizioni disumane dei detenuti nelle carceri libiche e a chiedere trasparenza sulle procedure di rimpatrio volontario. Alternative migliori, dichiara l’associazione, sarebbero l’aumento dei reinsediamenti e il rilascio di visti umanitari.

 

“L’Europa deve urgentemente porre il tema della dignità umana al centro delle sue politiche in materia d’immigrazione. Se l’Italia è al posto di guida, tutti i governi europei che cooperano con la Libia nel controllo delle frontiere hanno la loro parte di responsabilità per il trattenimento di migranti e rifugiati in centri dove si verificano violenze indescrivibili”, ha detto Iverna McGowan, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee. “In ogni parte del mondo la gente è rimasta scioccata dall’agghiacciante situazione dei migranti e dei rifugiati in Libia. I governi europei hanno reagito con rimedi provvisori, come le evacuazioni senza alcuna garanzia che le persone tornate nei luoghi di origine possano riprendere una vita in condizioni di sicurezza. Sollecitiamo i leader europei ad assicurare che quelle garanzie siano applicate, soprattutto mediante l’offerta di posti per il reinsediamento e visti umanitari per le persone che sono in un disperato stato di necessità”.