La memoria è come un treno. Stazione dopo stazione devi far tesoro dei ricordi per la tua destinazione. E proprio su certi treni correva una delle pagine più drammatiche della nostra storia. Su certe carrozze venivano ammassati esseri umani da rinchiudere nei lager nazisti. Erano ebrei, una stima di circa 5 milioni. Erano sovietici, circa 3 milioni. E poi erano oppositori, soprattutto sindacalisti e comunisti. Ma non finisce qui.
C’era una scienza al servizio di un progetto criminale che doveva eliminare “le vite indegne di essere vissute”. Come le persone con disabilità con il cosidetto Aktion T4, un programma di eutanasia di massa o le persone lgbt a migliaia internate nei lager. E, infine, i Rom: circa 500mila caddero nel Porrajmos, letteralmente “annientamento” in cui caddero soprattutto donne e bambini considerati “deviati”.
A ricordare questo Olocausto, spesso dimenticato, sarà il centro Chikù domani a Scampia: un video e un libro per non far deragliare il treno della memoria che ha senso solo se il presente non vive gli stessi crimini ancora una volta.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale