Un anno dopo l’entrata in vigore dei protocolli statunitensi sulla migrazione, 62mila richiedenti asilo vivono in campi improvvisati lungo il confine con il Messico, in attesa che la loro richiesta venga esaminata. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Esposte a rapimenti ed estorsioni da parte di gruppi criminali, migliaia di persone continuano a subire quotidianamente violenze fisiche e psicologiche a causa delle condizioni di rischio e incertezza costante. Una situazione che è diretta conseguenza delle nuove restrizioni al diritto d’asilo dell’amministrazione Trump. Secondo Medici Senza Frontiere, “le azioni di contenimento colpiscono soprattutto i più vulnerabili; gli Stati Uniti devono porre fine a queste politiche crudeli e disumane che costringono uomini, donne e bambini a rischiare le loro vite per chiedere asilo”.

Incubo messicano
10/02/20
Internazionale