ScleroBikers


È il team di ciclismo nato dall’idea di Annalisa Baraldo: nel 2017 le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, che l’ha costretta a rimettere ordine tra le sue priorità, facendole scoprire che lo sport può anche essere un valido alleato terapeutico. Perché aiuta  anche dal punto di  vista psicologico: secondo Annalisa “la bici insegna  a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie.”

Padovana di Abano Terme, classe 1981, Annalisa fin da piccola ha sempre amato correre e qualche anno fa, grazie a Obiettivo3, ha scoperto anche una grande passione per la bicicletta. Per lei lo sport è divertimento ma anche sfogo e grazie al progetto ideato da Alex Zanardi e finanziato dal bando Oso di Fondazione Vodafone la sua vita, dopo anni di podismo, è ripartita ora in sella alle due ruote, pedalando per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi. Tra questi, non mancano gli obiettivi sociali: Annalisa è infatti cofondatrice degli ScleroBikers, gruppo ciclistico che punta a coinvolgere persone affette da sclerosi multipla nel mondo dello sport, in piena filosofia Obiettivo 3. Sguardo che brilla, espressione solare, Annalisa Baraldo è una che trasmette voglia di vivere al primo impatto. Un’energia guadagnata sul campo giorno dopo giorno, soprattutto da quando, nel 2017, le è stata diagnosticata la Sclerosi Multipla, malattia che l’ha costretta a rimettere ordine tra le priorità di una vita, facendole scoprire che lo sport può essere un valido alleato anche dal punto di vista terapeutico.

“Ho conosciuto Obiettivo3 il 30 maggio 2018 a un incontro di reclutamento organizzato al Velodromo Monti di Padova. In quel periodo praticavo podismo a livello amatoriale, ma gli infortuni iniziavano ad essere molto frequenti e quindi avevo la necessità di trovare uno sport che andasse a impattare meno sulle caviglie. Non avevo mai praticato ciclismo ma certamente mi affascinava come sport di fatica. Durante il campus ho avuto modo di confrontarmi con il coach Pier Alberto Buccoliero e Alex Zanardi, ai quali avevo inviato la mia storia. La carica del gruppo mi piacque subito e nei primi giorni del mese di luglio il manager di Obiettivo3, Pierino Dainese, mi consegnò la mia bici… fu amore a prima vista. La mia vita è cambiata parecchio perchè avevo la voglia e la necessità di imparare quanto più possibile per affrontare la stagione ciclistica 2019 come un’agonista vera. Ogni settimana facevo circa cinque allenamenti: due di palestra e tre fuori, in bicicletta, seguendo delle tabelle di preparazione. Non conoscendo bene questo sport ho deciso anche di farmi seguire da una nutrizionista perchè è fondamentale per me sfruttare a pieno e in modo corretto le energie”.

“Il principale motivo che mi ha spinto a far domanda a Obiettivo3 è stato quello portare quante più persone affette da sclerosi multipla a fare sport. Inizialmente nel gruppo eravamo in tre: io, Alessandro Cresti e Lucia Nobis. Oggi siamo in 11. Il gruppo è nato quasi per caso dalla voglia di confrontarsi sulla nostra malattia, sulle difficoltà che incontriamo a livello personale, lavorativo e sportivo, nonché per confrontarci sulle difficoltà che abbiamo a farci riconoscere a livello internazionale come atleti paralimpici”. “La bici – ma direi lo sport in generale – cura il corpo e ci aiuta a scaricare tutte le tensioni che ogni giorni accumuliamo. Sia in caso di ricadute, che per contrastare l’avanzamento della disabilità, è fondamentale che un malato sia ottima forma fisica, ma lo sport aiuta anche dal punto di vista psicologico, perchè la bici ti insegna a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie: a un certo punto arriverà la discesa e lì ti potrai riposare, sempre senza smettere di pedalare”.

“La squadra e la sua armonia sono fondamentali nei momenti belli come in quelli brutti. Io, in Obiettivo3 e in Anmil Sport Italia, ho trovato davvero una seconda famiglia e mi ritengo molto fortunata: il presidente Pierino Dainese e il capitano Marco Toffanin ci seguono con cura, da buoni padri, nonostante la ‘famiglia’ si allarghi ogni giorno di più”. “Sono soddisfatta della crescita che stiamo avendo e soprattutto delle tante persone che ci contattano attraverso i social. Certo, l’impegno agonistico non è per tutti, ma per noi è importante che le persone inizino a fare sport – poco o tanto che sia – e a prendersi cura anche di questo importante aspetto della loro vita, così importante per contrastare la malattia”.