Il Lione ha conquistato la sua quinta UEFA Champions League femminile consecutiva: la squadra più vincente al mondo è anche la prima a trattare donne e uomini allo stesso modo. Le giocatrici del Lione usano le stesse strutture dei maschi, dai campi di allenamento al nuovo stadio da 60.000 posti, viaggiano con gli stessi mezzi e vengono retribuite in modo paritario, tutte cose per nulla scontate nel calcio femminile.
La serie di vittorie del Lione in Europa – che con l’ultima è arrivata a sette in totale – impressiona, ma non è nulla paragonata a quella che mantiene da tredici anni nel campionato francese, dove vince il titolo ininterrottamente dal 2007. In tutto questo tempo ha perso soltanto cinque partite e ha concluso tre stagioni da imbattuta senza mai nemmeno
pareggiare.
Il dominio più schiacciante che si possa trovare nell’intero panorama sportivo – non esiste nulla di simile nel calcio maschile, nel basket o in qualsiasi altro sport di squadra – è un caso di studio per tutto il movimento femminile, ancora giovane e anche per questo fatto di ampie disparità. Come settant’anni fa il Real Madrid maschile, che vinse le prime cinque Coppe dei Campioni consecutivamente, il Lione di oggi può essere considerata la prima grande squadra nella storia del calcio femminile.
Il suo successo è merito dell’imprenditore locale Jean-Michel Aulas, che nei primi anni Duemila fece uscire dalla mediocrità la squadra maschile della città. Con lui il Lione ha vinto tutto il possibile a livello nazionale ed è diventato uno dei luoghi migliori in cui giocare a calcio in Francia. Nel 2004 — mentre la squadra maschile vinceva sette campionati di fila — Aulas ebbe l’intuizione di assorbire la squadra femminile del posto, anticipando di almeno un decennio tanti altri grandi club europei.
Nel Lione giocano tuttora le calciatrici più importanti della nazionale francese: Sarah Bouhaddi, Wendie Renard, Eugénie Le Sommer e la capitana Amandine Henry. Ci sono poi la norvegese Ada Hegerberg, giocatrice più pagata al mondo e primo Pallone d’Oro femminile nella storia, Dzsenifer Marozsán, capitana della Germania, Saki Kumagai, capitana del Giappone, e Shanice van de Sanden, campionessa d’Europa con l’Olanda nel 2017. Se si va indietro negli anni, si trovano anche Hope Solo, Megan Rapinoe e Alex Morgan, le tre calciatrici più famose negli Stati Uniti, che si trasferirono in Francia proprio per acquisire esperienza prima di tornare in patria e diventare campionesse del mondo.