Il giorno tanto atteso è arrivato. Riaprono le scuole quasi in tutta Italia. A Milano, la Lombardia dell’epicentro epidemico, gli studenti straniti si ritrovano all’ingresso.
Tutti rigorosamente con mascherina per l’intera durata delle lezioni, professori compresi, banchi e cattedra distanti di 1,20 metri l’uno dall’altro, doppi ingressi per l’entrata e l’uscita in fila indiana, spray igienizzante in ogni aula. Ma banchi, mascherine e spray igienizzante non sono pronti per tutti.
E non sono pronti nemmeno insegnanti di sostegno e assistenti per gli studenti con disabilità. E’ quanto denuncia il Coordinamento italiano insegnanti di sostegno: “Ai genitori degli alunni con disabilità arrivano richieste o comunicazioni per il rinvio dell’inizio della scuola. Qualcuno propone orario ridotto, o di tenere il figlio a casa”, oppure, ancora, “suggerisce di portare il figlio dopo una settimana”, o semplicemente comunica che “il figlio con disabilità sarà in un’aula con un insegnante.
Per chi suono oggi la campanella e per chi suonerà domani la campana in questo Paese tra elezioni e pandemia.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale