Il virus non è la scuola ma i “cinghialoni” della politica


 

Otto mesi per arrivare impreparati alla seconda ondata composta principalmente da asintomatici. Sono mesi dove ci ricordiamo, ad esempio, delle battute del governatore della Campania nei suoi video ma non ricordiamo un solo provvedimento capace di trovare soluzioni alternative alla chiusura.

E così gli studenti di una delle regioni e città, Napoli, con il più alto tasso di dispersione scolastica restano a casa per due settimane. Questa mattina davanti alla sede della Giunta regionale in via Santa Lucia insegnanti, genitori e associazioni protestano al grido “il virus non è la scuola”.

Ecco cosa dice cosa dice Alberto Pellai, neuropsichiatra dell’età evolutiva ed esperto di problematiche dell’adolescenza: “in questo ‘giro’ dovremmo davvero avere una visione più competente dell’adolescenza e investire sulle competenze dei giovanissimi. Invece di raccontarli solo come ‘attori’ di una movida, offriamo loro la possibilità di essere pensati come soggetti che hanno competenze reali da spendere nel mondo reale. E da non sacrificare nell’invisibilità di un lockdown selettivo di cui dovrebbero essere, secondo alcuni, gli sfortunati prescelti. Come genitore credo davvero che i nostri ragazzi possono essere ben altro che diffusori del contagio”.

Ditelo a De Luca e a tutti i vecchi “cinghialoni” della politica.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale