Coprifuoco e chi vive in strada: nessun piano per i senza dimora


Non è andato tutto bene, anzi va malissimo. Innanzitutto ci ritroviamo a dire le stesse cose e rilevare gli stessi problemi di 6 mesi fa.

In Lombardia e Campania scatta il coprifuoco nei weekend, tutti dentro dalle 23 alle 5 del mattino. E chi invece vive fuori, in strada e una casa non ce l’ha? È desolante riproporre gli stessi temi in un eterno ritorno del sempre uguale.

A Roma, ad esempio, i numeri sono in aumento come denunciano Msf, Medu e Intersos.  Per chi vive in strada, nei siti informali o in coabitazione forzata, infatti, non si è pensato a soluzioni di emergenza straordinaria. E la situazione è rimasta più o meno la stessa di sette mesi fa. Mancano i posti per l’isolamento fiduciario, manca un piano strutturato. In previsione della stagione fredda, in piena epidemia,

“È necessario trovare soluzioni veloci e sicure per le persone senza dimora. Ribadiamo a distanza di sei mesi quanto detto negli appelli fatti durante il lockdown: è urgente cambiare le politiche di accoglienza e di supporto alle persone che vivono in strada e in condizione di grave emarginazione”, Cristina Avonto. presidente della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora.

Da marzo abbiamo militari in strada, appelli alla sicurezza, controlli e repressione. Non abbiamo invece ciò che avevano promesso mentre la gente cantava dai balconi: sostegno al reddito, interventi per il diritto allo studio, potenziamento del sistema sanitario, un trasporto pubblico civile.

E ora diventa un obiettivo il coprifuoco di certa classe politica e il lockdown dell’inezia  istituzionale.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale