Occorre costruire una “nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata” e ne ha sempre invece sottolineato “la funzione sociale”.
Lo dice il Papa in una riflessione rivolta ai giudici di America e Africa che si occupano di diritti sociali.
Sono parole che faranno discutere o al contrario su cui calerà il silenzio perché mette al centro il cuore del problema: il fallimento del sistema di capitale. “Il diritto di proprietà è un diritto naturale secondario derivato dal diritto che hanno tutti, nato dal destino universale dei beni creati”. Per il Papa “non c’è giustizia sociale che possa essere fondata sulla disuguaglianza, che implichi la concentrazione della ricchezza”.
Sono parole che diventano fionde per chi chiede cooperazione, comunità e redistribuzione della ricchezza in un momento di crisi gravissima. Sono parole che individuano il fallimento del sistema di capitale, le responsabilità di banche e grandi gruppi finanziari. Sono le parole di Francesco, il pastore che non chiede solo di dar da mangiare al povero per essere chiamato santo ma, senza paura, chiede perché il povero non debba avere cibo.
Giuseppe Manzo giornale radio sociale