Quei beni confiscati rimasti nelle mani dei mafiosi


 

Ville e casali confiscati ancora nelle mani dei clan.

“Un altissimo tasso di mortalità delle aziende confiscate, la perdita di centinaia di posti di lavoro ed episodici casi di beni proficuamente affidati agli enti locali o ai soggetti del terzo settore a fronte di centinaia di immobili abbandonati, vandalizzati o del tutto dimenticati”.

Questo il quadro fatto dalla commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana in una relazione scritta al termine del lavoro di indagine sullo stato dei beni sequestrati e confiscati a 39 anni dal varo della legge Rognoni-La Torre.

E poi rimpalli di responsabilità e un patrimonio che resta a disposizione delle mafie.La relazione denuncia poi le “decine di terreni, strutture agricole, ville e appartamenti che continuano ad essere impunemente utilizzati ed abitati da coloro ai quali furono confiscati, con un danno economico e d’immagine, per lo Stato, di incalcolabile gravità”.

Secondo il presidente dell’Antimafia siciliana Claudio Fava manca una volontà politica e la questione deve diventare una priorità con la Sicilia capofila nazionale per n miglior riutilizzo di beni, terreni e aziende confiscate alle mafie.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale