Con una mano a tapparsi la bocca i calciatori della Germania hanno così protestato contro la censura imposta dalla Fifa per esprimere il dissenso sui diritti durante i mondiali in Qatar.
In vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne oggi torniamo a parlare dell’argomento. Le donne in uscita da Centri antiviolenza e Case Rifugio vivono un percorso accidentato, fatto di ostacoli e difficoltà, che le espone a estrema vulnerabilità socioeconomica e al rischio di ricadere nella spirale della violenza.
L’allontanamento dalla casa familiare per motivi di sicurezza o perché di proprietà del maltrattante; la mancanza o la sospensione temporanea del lavoro per ricevere cure e supporto, l’impossibilità di disporre dei propri soldi e del proprio conto corrente, perché sotto il controllo del convivente.
Sono queste le necessità impellenti delle donne che hanno subito violenza a cui troppo spesso lo Stato non risponde a causa di politiche frammentarie, incoerenti e fondi stanziati insufficienti a coprire le richieste di supporto per avere un reddito certo, alloggio sicuro e lavoro dignitoso.
È quanto denuncia ActionAid con il report “Diritti in bilico”, l’analisi delle politiche e delle risorse nazionali e regionali a sostegno delle donne, attraverso focus group, workshop e interviste che hanno coinvolto circa 100 rappresentanti di strutture di accoglienza, servizi territoriali ed enti pubblici per donne in fuoriuscita dalla violenza. Ora ascoltiamo la voce di Grazia, donna fuoriuscita da una condizione di violenza