Via D’Amelio 31 anni dopo: le tensioni sulla giustizia e le ultime parole di Borsellino


 

Questa è la voce di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che commenta la condanna di Patrick Zaki a tre anni di carcere dal tribunale di Mansura in Egitto. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 19 luglio 2023, anno II della guerra, anno 4° della pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di mafia nel giorno del 31 anniversario della strage di via D’Amelio dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Dopo oltre tre decenni in cerca di una verità per cui si batte ancora Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, e i giudici impegnati nel processo della trattativa Stato-mafia oggi il clima su tema mafie e giustizia divide ancora.

A tenere banco è il concorso esterno in associazione mafiosa che rischia di essere ridimensionato come reato in cui sono coinvolti esponenti politici e società civile collusa. Libera ribadisce che “la forza della mafia è fuori dalla mafia e il concorso esterno è uno strumento utile per combattere ed incidere nella zona grigia. Un suo indebolimento farà pagare a tutti le conseguenze. Del resto in tema di “concorso esterno” Giovanni Falcone e gli altri magistrati del pool di Palermo avevano le idee chiare. Nella ordinanza-sentenza 17 luglio 1987 conclusiva del maxi-ter, testualmente scrivevano “manifestazioni di connivenza e di collusione da parte di persone inserite nelle pubbliche istituzioni possono-eventualmente- realizzare condotte di fiancheggiamento del potere mafioso, tanto più pericolose quanto più subdole e striscianti, sussumibili – a titolo concorsuale- nel diritto di associazione mafiosa”. Ora ascoltiamo le parole del giudice Paolo Borsellino.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale