Lo dice Amnesty International dieci anni dopo il Trattato che ne regola il commercio. Il servizio di Fabio Piccolino
La violazione del Trattato sul commercio di armi sta causando un’enorme perdita di vite umane nelle zone di conflitto: lo dice Amnesty International a dieci anni dall’entrata in vigore del Trattato. Oggi ne fanno parte 115 stati, ma nonostante questo, dieci sono tra i principali esportatori mondiali. Secondo l’organizzazione è giunto il momento che il Trattato venga attuato integralmente, in modo da impedire forniture di armi che potrebbero essere usate per compiere genocidi, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.