In nome del popolo inquinato: alla Caffaro di Brescia la richiesta di “ecogiustizia”


[Queste sono le voci dei cittadini dei Campi Flegrei dopo la forte scossa 4.4: tanta paura per uno sciame sismico infinito che mette a dura prova lo stress della popolazione. Questa è Ad Alta Velocità oggi 14 marzo 2025: nello stesso giorno del 1861 il Tricolore diviene la bandiera del Regno d’Italia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di ambiente. Oltre vent’anni di stallo e migliaia di tonnellate di  sostanze tossiche sversate nel sangue dei cittadini. Quella del Sito d’Interesse Nazionale di Brescia-Caffaro è una storia inaccettabile: nonostante sia stato finalmente avviato il progetto di #bonifica e messa in sicurezza del Sito Industrale, ad oggi risultano bonificati appena l’1,9% dei 262 ettari di suolo e lo 0% dei 2.109 ettari di acque sotterranee. A dirlo è Legambiente insieme a Acli – Associazioni cristiane lavoratori italiani , AGESCI – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani , Arci nazionale , Azione Cattolica Italiana e Libera Contro le Mafie per la quinta tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato” proprio nel Sin della città lombarda.

Una situazione di immobilismo che, anziché promesse mancate, fondi bloccati e ritardi burocratici, avrebbe dovuto essere prioritaria, vista soprattutto l’ emergenza sanitaria che interessa oltre 11.000 residenti esposti alla contaminazione legata alle attività industriali dello stabilimento Caffaro.  Sostanze come le diossine ritenute cancerogene per l’uomo che vengono trasmesse per contatto diretto con il terreno inquinato o attraverso la catena alimentare e che possono causare patologie certificate come il melanoma, i linfomi non Hodgkin (LNH) e i tumori della mammella. Ascoltiamo i momenti del flash mob con le voci di Barbara Meggetto – presidente Legambiente Lombardia – e Stefano Ciafani – presidente nazionale Legambiente.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale