GRSWEEK 17 novembre 2018 – Decreto sicurezza e quotidiana intolleranza

 

Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.

 

Cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, revoca della protezione umanitaria ai profughi che rientrano nel paese di origine, raddoppio dei tempi di permanenza nei centri per il rimpatrio, cancellazione del sistema degli Sprar. Sono alcuni dei punti del Decreto Sicurezza, approvato al Senato e all’esame della Camera il prossimo 22 novembre, al centro di numerose polemiche.
In un clima di quotidiana intolleranza, le misure previste affrontano il complesso tema delle migrazioni come un esclusivo problema di ordine pubblico, alimentando le discriminazioni e complicando ulteriormente la vita di persone fuggite da situazioni critiche e spesso violente.
In questo contesto, iniziative di ripristino forzato della legalità non fanno che gettare benzina sul fuoco e lasciano prefigurare gli scenari a cui si sta andando incontro.
Nei giorni scorsi è stato sgomberato a Roma il presidio di Baobab Experience, insediamento informale che cercava di offrire condizioni di vita dignitose ad oltre cento migranti.
Ascoltiamo ai nostri microfoni l’attivista Roberto Viviani, intervistato durante l’intervento delle forze dell’ordine

 

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Sono numerose le associazioni che stanno esprimendo il loro dissenso al Decreto Sicurezza. Secondo Arci, le persone di origine straniera, qualunque sia la loro condizione giuridica, vengono additate come colpevoli di tutti i mali del Paese, a prescindere dal comportamento concreto, per il solo fatto di esistere.
Ai nostri microfoni Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia

 

[sonoro]

 

Ma non c’è solo il mondo associativo a contrastare le misure in discussione alle Camere: il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso un parere negativo, parlando di incostituzionalità in merito alle nuove norme sulla protezione internazionale.

 

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