GRSWEEK – 18-19 giugno 2016 – Non è un paese per donne

L’ultima si chiamava Angelina, 56 anni insegnante di scuola media del casertano. Insieme a lei, un elenco drammatico di donne, 60 dall’inizio dell’anno, sono state  uccise dagli uomini della loro vita; per la maggior parte dei casi infatti si tratta di mariti, compagni fidanzati, figli. Ma non c’è solo il femminicidio. Secondo i dati dell’Istat al 2015 oltre sei milioni di donne italiane hanno subito violenza fisica o sessuale. Un fenomeno diffuso e trasversale, connesso a condizioni di vita sempre peggiori per le donne italiane di ogni età e classe sociale. Ascoltiamo la scheda di Giuseppe Manzo.

 

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Per combattere il fenomeno sul campo, sono fondamentali i Centri Antiviolenza, strutture, che offrono supporto legale e psicologico, rispondono ai casi di emergenza, collaborano con le forze dell’ordine e i servizi sociali, organizzano attività di promozione culturale. E con le case rifugio, danno anche ospitalità alle donne in pericolo che non possono più tornare a casa. Nonostante la legge anti femminicidio del 2013 abbia stanziato 12 milioni di euro le strutture sono spesso allo stremo per mancanza di fondi, come spiega ai nostri microfoni Lella Palladino di Di.Re la rete di 75 centri antiviolenza sparsi in tutta Italia

 

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Il femminicidio non ha a che fare solo con le donne ma con il grado di libertà e di civiltà di un paese. Ed è compito della politica e della cultura creare un’alternativa, promuovendo l’utilizzo di un linguaggio corretto anche nel racconto attraverso i media come ci spiega la giornalista Silvia Garambois

 

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Ma se l’aspetto culturale il linguaggio il rispetto delle differenze è fondamentale per .Come per il reato di omicidio stradale, che è un’aggravante dell’omicidio colposo o come le aggravanti per l’omicidio a sfondo razziale, che è un omicidio di genere, chiediamo un’aggravante per il reato di Femminicidio, che è sempre un omicidio di genere e che ha numeri di una vera e propria strage, rientrando nei casi di allarme sociale.