Un attimo, dieci anni: lo sport sociale per la ricostruzione

 

 

Il 20 maggio di dieci anni fa era domenica, ore 4,03 di notte. La prima scossa  del terremoto in Emilia coglie molte persone nel sonno. Parte con queste immagini il documentario “Un attimo, dieci anni”, docu-film scritto e diretto da Alessandro Trebbi e Fabio Liberati e presentato a Medolla, nel teatro Facchini, in una serata organizzata dall’Uisp Emilia Romagna.

 

 

Il video parte dalle testimonianze delle persone, dalla paura e dall’incredulità di quella notte. E per tutta l’ora della sua durata raccoglie storie, ricordi e voglia di futura di un’intera comunità: giovani, anziani, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, soprattutto educatori e giovani sportivi.

Sport come catalizzatore di una comunità, come protagonista dei primi soccorsi e dell’emergenza, come termometro di sogni spezzati e indicatore della voglia di rialzare la testa, di ricostruire socialità e speranza, soprattutto da parte dei giovani, voglia di rinascere insieme. L’importanza di puntare sullo sport anche nella fase di ricostruzione è spiegata da Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia Romagna.

 

 

Nei giorni dell’emergenza lo sport è in prima fila, con le palestre e i palazzetti trasformati immediatamente in rifugi per tutti, con le società sportive impegnate in una gara di solidarietà per soccorrere e portare conforto. Soprattutto ai bambini che riescono ad avere qualche raggio di svago e divertimento dai Centri estivi, che vengono subito attivati gratuitamente dagli enti locali e dalle associazioni del territorio. Ascoltiamo Alice Superbi, educatrice Uisp.

 

 

La voglia di rialzarsi è raccontata anche negli sforzi dei giorni successivi, la dignità e il ruolo giocato dallo sport sociale e per tutti del territorio, con i dirigenti delle società sportive a darsi il cambio, organizzare le cucine di campo, per ricostruire il collante della comunità e dell’appartenenza. E i sorrisi e le strette di mano sincere con i volontari che arrivano da tutta Italia. Ascoltiamo Paolo Belluzzi, dirigente Uisp Emilia Romagna.

 

 

Le serate afose di giugno 2012 vengono attraversate dalla brezza degli Europei di calcio in Ucraina e Polonia, con l’Italia che fa miracoli a Kiev (sì, proprio Kiev) e arriva in finale grazie alle magie di Balotelli. I maxischermi allestiti nei centri di accoglienza per gli sfollati dalla Rai e da Rai Sport, su sollecitazione dell’Uisp nazionale, sono la conferma del potere emotivo dello sport, stringersi per tifare lo stesso azzurro della Nazionale di Prandelli. Carlo Paris, all’epoca inviato di Rai Sport.

 

 

Grazie alla collaborazione tra associazionismo ed enti locali, si può affermare oggi che la ricostruzione sia passata anche attraverso un’attenzione particolare al ruolo sociale dello sport e alla funzione dell’impiantistica sportiva, come conferma Vara Tavoni, presidente Uisp Modena.