Glossario Fragile, persone prima di tutto

 

 

Glossario Fragile, uno strumento per chi racconta, per chi “ha a che fare con”, per chi quotidianamente accudisce ed ha cura di “persone” che vivono e lavorano nel mondo della cooperazione sociale e non solo.

La comunicazione sociale è una grande costruzione di comunità, ripete Giuseppe Manzo, che insieme al gruppo comunicazione di Legacoopsociali ha dato vita al volumetto Glossario Fragile, presentato a Roma nei giorni scorsi, nell’ambito di un corso accreditato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio al quale hanno partecipato circa 150 giornalisti.
Ma, che cos’è il Glossario Fragile? Risponde Eleonora Vanni, presidente Legacoopsociali.

 

 

Il lavoro di ricerca e di studio, realizzato in collaborazione con tre università italiane, è durato sei mesi e ha indagato l’uso delle parole per le persone in condizioni di fragilità o esse stesse fragili per la realtà che raccontano: disabilità, dipendenze, salute mentale, caregiver, minori vittime di abusi, mutualismo, diversità e altro ancora. Il professor Andrea Volterrani, dell’Università di Tor Vergata, ha puntato l’attenzione sul termine “partecipazione”, molto importante per il terzo settore, e sulla differenza con l’altro termine “condivisione”. Apparentemente sinonimi ma in realtà con significati molto diversi tra di loro. Ascoltiamolo.

 

 

 

L’analisi sulle parole è partita dal termine “Fragilità”. Che cosa significa veramente e perché è un termine d’attualità per tutti, una sorta di paradigma dal quale si arriva e si parte per leggere e raccontare la società nella quale viviamo. Ascoltiamo la professoressa Gaia Peruzzi dell’Università di Roma La Sapienza, Facoltà di Scienze della Comunicazione.