Il Mondiale dell’ipocrisia

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Elena Fiorani. Ora che da scrivere resta solo l’ultimo atto di questo Campionato mondiale di calcio, proviamo a tracciare un bilancio di qualche mese di polemiche, appelli, manifesti, dopo dieci anni di voci silenziate e indifferenza. Lo facciamo insieme a Vittorio Di Trapani, giornalista Rai che da Doha ci racconta il clima che ha vissuto. L’informazione ha potuto fare il suo lavoro, oltre ai risultati sportivi?

I giornalisti hanno raccontato ma anche i calciatori si sono esposti, hanno voluto far sentire la propria voce, opponendosi a chi afferma che il calcio non deve interessarsi di questioni politiche. Nicola Sbetti, storico dello sport, valuta positivamente l’attivismo dei protagonisti.

Ma non si può dimenticare che i lavoratori morti per la realizzazione di questo mega evento sportivo sono migliaia, come denunciato da Amnesty International. Abbiamo chiesto a Vittorio Di Trapani, cosa lo ha colpito sul tema dei diritti da inviato sul campo.

Il mondiale dell’ipocrisia: questo è il titolo che Nicola Sbetti assegna a questa edizione del Campionato. Sentiamo le sue parole

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