Se la solidarietà non è un lusso, che cosa è? Ecco, a trent’anni di distanza dalla manifestazione che è stata riconosciuta come l’atto simbolico di nascita del terzo settore in Italia, si ricostruisce il passato e si immaginano gli scenari futuri.
Se provate a chiederlo a chi c’era allora, ti rispondono così: “C’era la voglia di affermare un nuovo modello di welfare, nè assistenzialismo, nè collateralismo”. “È stata una manifestazione di disintermediazione e di voglia di protagonismo sociale”.
E a vedere le immagini di quel 28 e 29 ottobre 1994, si capisce che era proprio come raccontano oggi Franco Passuello, Felice Scalvini, Giampiero Rasimelli, Costanza Fanelli, Gianpaolo Barbetta e Patrizio Petrucci, protagonisti di un documentario presentato dal Forum del Terzo settore in occasione della manifestazione dedicata a quell’evento, che si è tenuta a Roma qualche giorno fa. Ascoltiamo le loro voci.
Sono stati loro i protagonisti di quell’atto fondativo, insieme a tanti altri ed altre, un popolo del sociale unito dall’idea nascente di terzo settore che sino ad allora era definito nei modi più vari, da non profit ad associazionismo non riconosciuto. Insieme a loro tanti altri pionieri di quell’idea, che oggi non ci sono più: Tom Benetollo, Gianmario Missaglia, Maria Guidotti, Giovanni Bianchi e ancora Maria Eletta Martini, Luciano Tavazza e molti altri. Ascoltiamoli.
Nel corso dell’incontro pubblico del 27 novembre a Roma, a parlare di terzo settore tra passato e futuro, è stato chiamato Giuliano Amato, costituzionalista, parlamentare socialista in quegli anni e presidente del consiglio, testimone dello sgretolamento del sistema dei partiti all’inizio degli anni 90. Lo ascoltiamo mentre parla dell’attuale crisi della rappresentanza e della partecipazione e individua nel terzo settore un soggetto attivo che può rimotivare i cittadini e i giovani alla partecipazione.
Il tema della partecipazione è stato al centro dell’intervento di Amato, una parola antica ed attualissima che oggi potrebbe essere letta in simbiosi con quella “solidarietà” che fu scelta 30 anni fa. Ascoltiamo Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore: “Spetta a noi dare risposte a quel diffuso malessere che contagia le forme della rappresentanza, nella partecipazione che avviene nel terzo settore c’è l’habitus della cittadinanza attiva”.
Ascoltiamo ancora Giuliano Amato ai microfoni del Giornale Radio sociale: la solidarietà potrebbe rappresentare ancora una parola chiave unificante per identità sociali diverse tra di loro? “La solidarietà oggi è ancora più attuale di quanto lo fosse trent’anni fa – risponde Amato – basta pensare al tema dell’immigrazione. Tante storie umane di fronte alle quali prevale il sentimento della solidarietà”.
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