La strage silenziosa

 

Ben trovati a tutti da Paolo Andruccioli per questo approfondimento del Grs week che dedichiamo a quella che si profila come una vera e propria strage di anziani negli ospedali, ma soprattutto nelle strutture residenziali assistite. Si sta consumando un dramma nel dramma ben testimoniato dalle cifre ufficiali diffuse dall’Istituto Superiore di Sanità che parla di almeno 9000 anziani morti da febbraio a oggi. Almeno il 40 per cento sono morti per Covid 19. E la maggior parte di essi era ospitata nelle strutture residenziali. Perché è successo? Ci sono stati errori o peggio reati?. Su questo sta indagando la magistratura. A noi interessa però andare oltre la cronaca e tentare di capire le ragioni strutturali che mettono in causa un intero modello.

Chi ha sbagliato?

Per quanto riguarda gli errori è facile ricordare quello che abbiamo letto da due mesi a questa parte sui giornali e ascoltato in televisione. Il grande numero di decessi è legato agli errori di gestione dell’epidemia. Ci sono casi in cui le Rsa, le Residenze assistite sono state obbligate ad accogliere anziani già contagiati negli ospedali e che poi a loro volta hanno trasmesso il virus agli altri ospiti anziani e agli operatori. Non c’è stata la dovuta distribuzione di dispositivi di sicurezza (guanti, mascherine, disinfettanti), mentre si contano sulla punta delle dita di una mano le eccezioni positive. Una è quella di Modena, della Cooperativa Gulliver. Sentiamo il responsabile Massimo Ascari

 

[Sonoro Massimo Ascari]

Le scelte che pagano

Ovviamente questa scelta positiva ha premiato e non ci sono stati casi di trasmissione del virus nelle strutture gestite dalla cooperativa modenese che ha scelto di investire in sicurezza

 

[Sonoro Massimo  Ascari]

 

Quello che stiamo imparando dalla tragedia

 

Ma la tragedia delle morti delle migliaia di anziani non ci ha insegnato solo questo. In caso di epidemia per prima cosa è obbligatorio applicare tutte le norme di sicurezza e le indicazioni fornite della autorità competenti. Servono i dispositivi di sicurezza e serve la formazione continua degli operatori, come ci ha detto Ascari. Ma forse è arrivato il momento di avviare una riflessione più generale sulle nostre scelte a proposito della vecchiaia. Sentiamo per esempio il commento di Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia

[Sonoro Gabriella Salvini Porro]

Un modello sbagliato

E non c’è solo la demenza e i problemi della perdita della memoria che diventano patologie irreversibili su cui riflettere. Quello che sta mostrando tutti i suoi limiti è il modello generale di approccio all’assistenza degli anziani. La convulsa vita metropolitana a cui siamo tutti sottoposti induce a scelta a volte molto tristi. I figli e i parenti sono costretti o scelgono di parcheggiare i propri cari anziani non autosufficienti in strutture separate. Chi ha i soldi per permettersi rette private colloca il parente in centri residenziali con tutti i confort. Ma stiamo parlando di un’esigua minoranza. Tutti gli altri sono destinati ad affidare i propri cari a strutture “protette” che comunque hanno costi di un migliaio di euro al mese. In queste strutture c’è la maggioranza degli anziani.

…tra ospedale e caserma

Ma il modello scelto è quello ospedaliero, in molti casi molto più simile ad una caserma piuttosto che ad una residenza felice. Ce lo spiega don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco

[Sonoro Vinicio Albanesi]

Che fare?

Come se ne esce? Da una parte è fondamentale ripensare l’intero modello immaginando strutture più piccole che vengano gestite da cooperative ben selezionate e con operatori aggiornati e formati, come abbiamo visto nel caso di Gulliver a Modena. E’ poi sempre più urgente costruire una vera e propria politica della vecchiaia che non sia basata esclusivamente sull’assistenza sanitaria, ma che dia la possibilità anche alle persone non autosufficienti di vivere dignitosamente e possibilmente felicemente gli ultimi anni della loro vita. Ce lo spiega Sofia Rosso, presidente di Anteas, l’associazione per la solidarietà nata per iniziativa del sindacato pensionati della Cisl-

[Sonoro Sofia Rosso]

Cercheremo insieme le risposte

E con queste parole chiudiamo la nostra carrellata. Speriamo di avermi forniti nuovi elementi per capire i motivi della strage silenziosa e soprattutto per cominciare a riflettere sulle vie d’uscita. Noi torneremo sicuramente a parlarne. Grazie di averci seguito.