Libere, in campo contro la violenza di genere

 

Un gesto brutale che lascia lividi sulla pelle e squarcia ogni sicurezza. Non solo.
Un senso di privazione della libertà, di sottomissione a una volontà che non è la tua.
Anche questo significa abusare, in modo più sottile, psicologico. L’umiliazione della donna in quanto essere umano. Per combattere questo male storico, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito nel 1999 la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A distanza di oltre vent’anni, la strada verso i diritti e la parità è tutt’altro che in discesa. Vale per l’Italia come per il resto del mondo.
Dall’inizio dell’anno ad oggi il nostro Paese si è macchiato di centoquattro femminicidi: 88 hanno avuto luogo in contesti affettivi o familiari, 52 le donne uccise dal partner o dall’ex. Dal punto di vista territoriale i delitti prevalgono al Nord (56), seguono Sud (30) e Centro (18). Sono ventisette, invece, le vittime over 65. Una “violenza silenziosa” – come l’ha definita Auser – che purtroppo si manifesta nell’ambito domestico ma anche nelle strutture residenziali e di cura. E se la statistica ci dice che in media muore una donna ogni tre giorni, la verità è che dietro i numeri si nascondono volti sconosciuti e storie inespresse, di un germe ben più radicato.
Anche quest’anno il terzo settore italiano si mobilita con decine di iniziative in molte città italiane. Attiva da tempo nel prevenire e contrastare il fenomeno è la Fondazione con Il Sud, che nel 2021 ha pubblicato la seconda edizione del “Bando per il contrasto della violenza di genere”. Come si agisce nei confronti delle donne? Qual è il sostegno che le proposte selezionate svolgono nei territori? Risponde Roberta Lostumbo, responsabile del bando di Fondazione Con Il Sud.
Sostegno legale, economico e psicologico, decostruzione degli stereotipi, educazione nelle scuole: tutte pratiche sconosciute fino a qualche tempo fa. Quando la sera del 15 marzo 1991 Santa Scorese, ragazza pugliese di 23 anni, venne accoltellata a morte dal suo persecutore la società si presentava totalmente impreparata. Una storia raccontata nel film “Santa Subito”, prodotto da Fondazione Con Il Sud e Fondazione Apulia Film Commission. Il documentario di Alessandro Piva è stato trasmesso per la prima volta in chiaro giovedì 24 novembre su TV2000. Cosa è cambiato da quel tragico avvenimento? Ne abbiamo parlato con Rosamaria Scorese, sorella di Santa.
In questo quadro di mobilitazione collettiva, l’informazione non può stare in silenzio. Come i media possono alimentare il cambiamento culturale? Ce lo ha spiegato la giornalista Silvia Garambois, presidente di GiULiA.
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