L’inclusione, scuola di vita eppure una lezione ancora difficile da imparare

 

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Fabio Piccolino. In redazione Patrizia Cupo.

Ha fatto discutere, nei giorni scorsi, la proposta del governo circa il tetto massimo di alunni stranieri presenti in una classe e il suggerimento, da parte del ministro all’Istruzione Valditara, a insegnare più “italianità” per rimanere ancorati ai valori costituzionali.

in Italia , però, esiste già da tempo un numero limite di studenti stranieri per classe. In base a una circolare del gennaio 2010, il numero di alunni stranieri con una ridotta conoscenza della lingua italiana non deve superare il 30% degli iscritti in ogni classe ma sono ammesse deroghe.

Sentiamo a riguardo Viviana Neri, coordinatrice della consulta Educazione e Istruzione del Forum Terzo Settore

 

 

Un problema di mancata inclusione, però c’è. E a dirlo sono i dati: secondo l’Istat nel 2022 la dispersione scolastica esplicita è stata del 9,8% per gli studenti italiani, del 30,1% per gli stranieri. Non solo. Da fonte Invalsi 2023, in italiano, risulta una differenza in negativo del 21,9% per gli studenti stranieri di prima generazione rispetto agli italiani, e del 15,3% per gli stranieri di seconda generazione. Adriana Bizzarri, responsabile della rete scuola di Cittadinanzattiva

 

La multiculturalità rappresenta comunque sempre una ricchezza. E tante buone pratiche di inclusione arrivano proprio dalla scuola. Il tema è al centro anche dell’ultimo film di Riccardo Milani, “Un mondo a parte” campione di incassi a Pasqua, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele nei panni di due insegnanti che salvano una piccola scuola di montagna grazie all’accoglienza dei profughi ucraini.

Perdersi per ritrovarsi, nel mondo, è una storia a lieto fine.
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