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Grs week 17-18 giugno/Born in Italy, verso la riforma della cittadinanza

Bentornati all’ascolto del Grs Week, in studio Giovanna Carnevale.

Nascono, crescono, studiano nel nostro Paese ma non sono cittadini italiani. Circa un milione di minori stranieri secondo l’Istat si trova in questa condizione. L’ultima riforma della cittadinanza risale a 25 anni fa, quando ancora, probabilmente, si pensava più ai figli degli italiani emigrati all’estero che a quelli degli stranieri venuti in Italia. Oggi, dopo molta attesa, è ripresa in Parlamento la discussione di un disegno di legge che mette fine allo ius sanguinis, in base al quale la cittadinanza si acquisisce se ne è in possesso uno dei due genitori. Ascoltiamo i dettagli nella scheda di Anna Ventrella.

La riforma, ferma al Senato da quasi due anni, introduce i principi dello ius soli “temperato” e dello ius culturae i cui punti essenziali sono due: IUS SOLI. Si riconosce la cittadinanza italiana a chi è “nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso dell’Unione Europea per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra Ue) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini Ue). IUS CULTURAE. Beneficiario è “il minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età. Egli acquista di diritto la cittadinanza, qualora abbia frequentato regolarmente (ai sensi della normativa vigente) un percorso formativo per almeno cinque anni nel territorio nazionale”. In entrambi i casi, l’acquisto della cittadinanza italiana si realizza mediante dichiarazione di volontà, espressa da parte di un genitore o di chi eserciti la responsabilità genitoriale.

Se venisse approvata, la legge sarebbe un riconoscimento importante per le cosiddette seconde generazioni, cioè i figli degli immigrati in Italia. Abbiamo ascoltato Mohamed Tailmoun, portavoce della Rete G2-Seconde Generazioni, che ha accolto con favore il testo di riforma.

(sonoro)

C’è però chi si oppone a questo cambiamento, dai partiti politici alle persone che, erroneamente, associano la legge che introduce lo ius soli con il fenomeno migratorio. Di questo ne abbiamo parlato con Sabika Shah Povia, giornalista freelance e appartenente alle seconde generazioni.

(sonoro).